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Tumore al seno: screening con MRI riduce decessi nelle donne sopravvissute a un cancro pediatrico

di Marilynn Larkin

Le donne che sopravvivono a un cancro pediatrico, soprattutto se sottoposte a radioterapia toracica, corrono il rischio di sviluppare un tumore del seno in età adulta. Un gruppo di ricercatori USA, attraverso due modelli di simulazione su una coorte di sopravvissute a un tumore infantile, ha rilevato che in questa popolazione di pazienti uno screening con una risonanza magnetica (MRI) a cadenza annuale, a partire dall’età di 25-30 anni, è in grado di ridurre i decessi per tumore al seno di almeno il 50%

08 LUG - (Reuters Health) – Uno screening con una risonanza magnetica (MRI) a cadenza annuale, a partire dall’età di 25-30 anni, potrebbe ridurre i decessi per tumore al seno di almeno il 50% nelle donne sopravvissute a un cancro in età pediatrica. È quanto emerge da uno studio condotto dal Boston Children’s Hospital.
 
“Le sopravvissute a un cancro in età pediatrica, trattate con radiazioni al torace, sono ad alto rischio di decesso per cancro al seno”, dice Jenninfer Yeh, autrice principale dello studio.
 
Lo studio
Per creare una coorte di sopravvissute a un tumore infantile sottoposte in passato a radioterapia toracica, Yeh e colleghi hanno sviluppato due modelli di simulazione usando lo studio Childhood Cancer Survivor e altri dati pubblicati.

I modelli hanno valutato tre strategie: nessuno screening; mammografia digitale con screening tramite MRI a partire dai 25 (le attuali raccomandazioni del Children’s Oncology Group), 30 o 35 anni d’età e continuando fino a 74 anni, solo MRI a partire dai 25, 30 o 35 anni d’età, continuando fino ai 74 anni.

La sola mammografia digitale non è stata considerata perché nessuna attuale linea guida la raccomanda come strategia di sorveglianza in questa popolazione ad alto rischio.

L’analisi del caso base ha mostrato che il rischio di mortalità per tumore al seno durante la vita senza screening era pari al 10-11% nei modelli. Rispetto all’assenza di screening, a partire dai 25 anni, la mammografia annuale, insieme a una MRI, ha evitato la maggior parte dei decessi (dal 56% al 71%) e la MRI annuale (senza mammografia) ne ha evitati in una percentuale compresa tra il 56% e il 62%.

Nello specifico, per tutte le strategie, il numero di risultati falso-positivi allo screening per decesso evitato è oscillato da 31 a 85 ogni 1.000 donne e il numero di risultati benigni della biopsia per decesso evitato è oscillato da 11 a 27 ogni 1.000 donne.

“L’avvio precoce – all’età di 25-30 anni- dello screening annuale per tumore al seno con MRI, con o senza mammografia, potrebbe ridurre la mortalità per tumore al seno della metà o più nelle sopravvissute a un tumore in età pediatrica”, concludono gli autori.
 
Fonte: Annals of Internal Medicine
Marilynn Larkin
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)


08 luglio 2020
© Riproduzione riservata

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