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Vaccini. Iss si aggiudica premio da 100 mila $ per progetto di ricerca


Riguarderà un approccio nuovo per migliorare le risposte vaccinali il progetto dell'Iss a cui è stata assegnata la somma di 100 mila dollari messa in palio con il premio "Grand Challenges Explorations”, finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation”.

19 MAG - L’Istituto Superiore di Sanità sarà uno dei 108 progetti finanziati dalla "Grand Challenges Explorations" di Bill & Melinda Gates Foundation. I 100 mila dollari americani assegnati all’Iss serviranno a sviluppare un progetto di ricerca innovativo dal titolo "L’uso di modulatori dei recettori della sfingosina 1 fosfato per migliorare le vaccinazioni", ideato da Silvia Vendetti del reparto di Immunità anti-infettiva del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immuno-mediate.

La Grand Challenges Explorations (GCE) finanzia scienziati e ricercatori in tutto il mondo per esplorare idee che possano rompere gli schemi nel modo di risolvere i problemi di salute globale e sviluppo. I finanziamenti iniziali di 100.000 dollari americani sono assegnati due volte l’anno. I progetti di successo hanno successivamente la possibilità di ricevere un ulteriore finanziamento fino ad un massimo di 1 milione di dollari.

Il progetto di Silvia Vendetti è uno dei 108 ad essere stati finanziati dal Grand Challenges Explorations Round 8, annunciato il 9 Maggio 2012 dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

Il progetto propone un approccio nuovo per migliorare le risposte vaccinali. “Tale approccio si basa sulla capacità di una nuova classe di immunomodulatori di sequestrare temporaneamente e in maniera reversibile le cellule del sistema immunitario negli organi linfoidi secondari dove avviene l’inizio delle risposti immuni”, ha spiegato Silvia Vendetti. “La generazione della memoria immunologica che è alla base delle vaccinazioni avviene negli organi linfoidi secondari dove le cellule del sistema immunitario ricevono le istruzioni e sono quindi ‘programmate’ per intervenire al momento opportuno contro gli agenti patogeni".

Le cellule specifiche per un agente patogeno sono rare in un individuo che non è mai entrato in contatto con lo stesso patogeno e sono chiamate "precursori" e si espandono quando ricevono i segnali di attivazione. Si può ipotizzare che maggiore è il numero di precursori, concentrati negli organi linfoidi dove avviene l’inizio della risposta immune al momento della vaccinazione, e migliore può essere la risposta al vaccino.

“L’uso di tali sostanze – ha concluso Vendetti - potrebbe essere utile per lo sviluppo di opportune strategie vaccinali atte ad indurre o ripristinare una adeguata risposta immune in patologie di estrema importanza per la salute pubblica".

I vaccini, ricorda l’Iss, "costituiscono infatti uno dei principali strumenti della medicina nella lotta contro le infezioni. Con la vaccinazione si vuole mimare il più possibile l'infezione naturale e proteggere da futuri incontri con agenti patogeni".

Tuttavia, nonostante i risultati ottenuti, è ancora necessario un notevole impegno per arrivare allo sviluppo di vaccini efficaci a prevenire malattie contro le quali ogni strategia vaccinale sin qui perseguita si è rivelata inefficace, o contro nuove malattie emergenti.

"La maggioranza dei vaccini, oggi utilizzati o in via di sviluppo, essendo in gran parte costituiti da molecole purificate, non sono in grado di stimolare una risposta immunitaria efficiente come accade nel corso dell’infezione naturale. Pertanto, risulta necessario l’aggiunta di sostanze adiuvanti o immunomodulanti per rendere efficaci le vaccinazioni", spiega l'Iss, sottolineando come lo sviluppo delle tecnologie e il progredire delle conoscenze del sistema immunitario permettano però di sviluppare nuovi vaccini o di riformulare vaccini già in uso con lo scopo di ridurre al minimo le dosi e quindi gli effetti collaterali ad essi associati.
 

19 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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