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Ossigeno. Aifa: “Al lavoro per rafforzare tracciamento delle bombole”


L’Agenzia del farmaco torna sulla questione della carenza di bombole per l’ossigeno e informa che la CTS sta valutando la possibilità di predisporre una scheda sull’uso dell’ossigeno, analoga a quelle definite efficacemente per i farmaci COVID, a supporto di un utilizzo responsabile dell’ossigenoterapia, che ottimizzi l’uso delle risorse in questa fase di difficoltà operativa.

18 NOV - “Aziende produttrici, farmacie e AIFA stanno già da tempo collaborando per ridurre i disagi sulle forniture domiciliari di ossigeno, legati a un incremento significativo di domanda: AIFA, in particolare, sta supportando la realizzazione di iniziative operative (come le deroghe su alcuni aspetti regolatori, richiesti da Assogastecnici), e di attività di sensibilizzazione (come quelle di Federfarma), per affrontare sui diversi fronti il problema”. È quanto scrive Aifa in relazione alla carenza di bombole per l’ossigeno durante la seconda fase dell’epidemia.

“Il confronto costante – si legge - tra gli uffici AIFA, Assogastecnici e Federfarma ha già permesso di avviare interventi risolutivi rispetto alle criticità riportate in alcune Regioni: l’aumento rilevante dei consumi di ossigeno determinati dall’emergenza ha sicuramente avuto un impatto sulla rete distributiva, a dispetto della disponibilità reale dell’ossigeno, che viene prodotto in Italia in quantitativi già dieci volte superiori alla richiesta del territorio”.

“Il numero di contenitori mobili (bombole e recipienti criogenici) disponibili per il trattamento domiciliare rappresenta – rileva l’Agenzia - la principale causa nei disagi riportati dal territorio: l’incremento garantito dagli investimenti delle aziende durante questi mesi (che Assogastecnici ha quantificato in 15 milioni di euro) ha avuto degli effetti positivi, a dispetto della domanda altissima a livello mondiale, e di un numero di produttori di contenitori molto limitato, che però non sono stati risolutivi rispetto alle difficoltà di queste ore”.

Per questo Aifa rimarca che “è importante un forte supporto anche dal territorio e dalle Regioni e Province Autonome, per rafforzare il tracciamento dalle bombole da parte delle farmacie (sollecitando i pazienti alla restituzione dopo l’uso, come raccomandato da Federfarma), e per realizzare strutture in grado di fornire supporto terapeutico ai pazienti, riducendo la richiesta dei contenitori domiciliari”.

“Durante la fase emergenziale – afferma Aifa -, in alcune Regioni (come la Lombardia) sono state per esempio organizzate strutture come ospedali da campo o “COVID-hospital” dedicate alla sola ossigenoterapia, alimentate con serbatoi centralizzati (di facile realizzazione), anziché con bombole: AIFA, Assogastecnici e Federfarma stanno lavorando alla condivisione di queste esperienze e di altre “buone pratiche” analoghe, in grado di intervenire sul problema a livello organizzativo”.

“A questo proposito – segnala l’Agenzia -, anche la CTS sta valutando la possibilità di predisporre una scheda sull’uso dell’ossigeno, analoga a quelle definite efficacemente per i farmaci COVID, a supporto di un utilizzo responsabile dell’ossigenoterapia, che ottimizzi l’uso delle risorse in questa fase di difficoltà operativa”.

In questo senso “la “cabina di regia” che AIFA ha predisposto d’intesa con Assogastecnici e Federfarma, a supporto dei problemi registrati sul territorio, proseguirà il monitoraggio della situazione e la predisposizione di iniziative pratiche, come quelle già avviate nei giorni scorsi, per poter intervenire e relazionare tempestivamente in caso di problemi locali o di sistema”.

18 novembre 2020
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