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Vaccino Covid. Da allergologi proposta di istituzione registro per reazioni allergiche


E poi, programmare una comunicazione puntuale volta a rassicurare i circa 15 milioni di italiani che a vario titolo sono affetti da una forma di allergia lieve e comunque non grave, e non escludere a priori dalla prossima campagna vaccinale le persone con gravi pregresse allergie, considerando la possibilità di programmare la vaccinazione in ambiente protetto. Questi alcuni suggerimenti avanzati dall'Aaiito.

18 DIC - In merito alle reazioni di tipo allergico al vaccino mRNA BNT162b2 prodotto da Pfizer/BioNTech riportate recentemente da alcuni organi di stampa ed alle presunte "norme di comportamento" riportate su alcune testate della stampa medica, in attesa di ulteriori informazioni su queste reazioni e sulla loro effettiva incidenza l'Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (Aaiito) sulla base dell'esperienza acquisita e della letteratura prodotta fino ad oggi spiega che "le reazioni allergiche ai vaccini sono eventi estremamente rari, che si possono potenzialmente verificare con tutte le tipologie di vaccino".

"Le reazioni vaccinali oltre ad essere estremamente rare, sono anche imprevedibili, come dimostrato dall'ultimo caso segnalato in data odierna negli Stati Uniti (operatore sanitario in Alaska) in un soggetto che non sembrava presentare alcun fattore di rischio per gravi allergie pregresse. In tutte le campagne vaccinali sono sempre previsti dei protocolli di monitoraggio delle reazioni allergiche, post somministrazione del vaccino. Secondo la World Allergy Organ (WAO) gli unici fattori di rischio, che la letteratura scientifica considera, per reazioni allergiche vaccinali sono la pregressa reazione allergica al vaccino e una sottostante Mastocitosi. Pertanto considerato che l’attuale campagna vaccinale con mRNA BNT162b2 non ha un pregresso non è possibile analizzare uno storico".
 
"Nel Regno Unito non si sono verificate altre reazioni vaccinali su oltre 138.000 pazienti trattati dopo le prime due segnalate - prosegue Aaiito -. Alla luce della segnalata possibile reattività al polietilenglicole (PEG) presente nel vaccino mRNA BNT162b2, in corso di somministrazione nel Regno Unito, negli USA, e auspicabilmente a breve in Italia, i pazienti a cui somministrare il vaccino in condizioni protette potrebbero eventualmente comprendere anche i soggetti con comprovata storia di reazioni allergiche a farmaci contenenti PEG (di cui è disponibile elenco)".
 
Da qui alcuni sugerimenti agli organi istituzionali:
• Programmare una comunicazione puntuale volta a rassicurare i circa 15 milioni di italiani che a vario titolo sono affetti da una forma di allergia lieve e comunque non grave, che temendo una possibile reazione allergica, potrebbero scegliere di non aderire alla campagna vaccinale.
 
• Non escludere a priori dalla prossima campagna vaccinale le persone con gravi pregresse allergie, considerando la possibilità di programmare la vaccinazione in ambiente protetto presso le strutture di allergologia distribuite sul territorio nazionale.

• Istituire un registro delle reazioni allergiche da vaccino mRNA BNT162b2 in modo da potere studiare approfonditamente dal punto di vista allergologico questi soggetti e identificare eventuali fattori di rischio da applicare alla popolazione generale in attesa di vaccinazione.

18 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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