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Terapie digitali. Italia in ritardo, ecco le raccomandazioni degli esperti per colmare il gap


Gussoni (Fadoi): “Il progetto si propone di identificare e definire le condizioni necessarie per consentire al paziente di accedere ai benefici delle terapie digitali, e all’Italia di divenire un riferimento per la loro ricerca e sviluppo, portando così un utile contributo al Paese dal punto di vista socio-sanitario ed economico. IL DOCUMENTO

13 GEN - Sebbene disponibili da alcuni anni negli Stati Uniti, Germania, Francia ed altri Paesi, le terapie digitali non lo sono in Italia. Esse peraltro sono scarsamente conosciute dalla gran parte degli operatori sanitari, dei pazienti e delle istituzioni sanitarie. Considerato lo stato di rapido ed esponenziale sviluppo di tali terapie, si tratta di una situazione che deve essere corretta e rapidamente adattata alle nuove esigenze dei pazienti e del Paese. Per questo un gruppo di 40 esperti ha realizzato un volume pubblicato su Tendenze Nuove, rivista della Fondazione Smith Kline, con le indicazioni e le raccomandazioni per introdurre la nuova classe delle terapie digitali nella pratica medica in Italia
 
“La pubblicazione di questa documentazione e raccomandazioni sulle terapie digitali da parte di Tendenze Nuove rappresenta un rilevante contributo a livello internazionale - afferma Giuseppe Recchia, Direttore di Tendenze Nuove e promotore del progetto di Fondazione Smith Kline – E’ infatti la prima occasione nella quale le terapie digitali, una nuova classe di interventi medici, vengono sottoposte alla valutazione di esperti della medicina, della sanità, della società civile con l’obiettivo di governare la loro introduzione nella pratica medica del Paese”.
 
“Le terapie digitali – dichiara Gualberto Gussoni, Direttore Scientifico di FADOI, Società Scientifica di Medicina Interna, leader del progetto e curatore del volume – sono interventi medici a finalità terapeutica, sviluppati con sperimentazione clinica rigorosa, randomizzata e controllata a finalità confirmatoria, approvati da enti regolatori, rimborsabili da servizi sanitari pubblici e/o privati, prescrivibili dal medico. Si tratta di terapie nelle quali il principio attivo non è una molecola, ma un software, e che si candidano a diventare una importante opportunità per il trattamento di numerose patologie croniche”.
 
“Lo scenario globale attuale – sostiene Roberto Ascione, CEO di Healthware Group - si presenta molto variegato rispetto alla capacità dei singoli Paesi e dei relativi sistemi sanitari di adottare e regolamentare questi nuovi trattamenti terapeutici che segneranno il futuro della medicina, con un impatto cruciale sui pazienti in termini di accesso alle cure e sulla sostenibilità dei sistemi sanitari. In Italia, la collaborazione tra gli innovatori e i diversi player del sistema nazionale della salute, stimolata dal progetto “Terapie Digitali per l’Italia - #DTxITA”, è fondamentale per acquisire una maggiore consapevolezza e facilitare l’adozione di questa nuova generazione di terapie, come già in altri Paesi.”
 
“Il progetto si propone – prosegue Gussoni - di identificare e definire le condizioni necessarie per consentire al paziente di accedere ai benefici delle terapie digitali, e all’Italia di divenire un riferimento per la loro ricerca e sviluppo, portando così un utile contributo al Paese dal punto di vista socio-sanitario ed economico.  Il numero di esperti coinvolti nel progetto, inizialmente 21, è progressivamente aumentato ad oltre 40 allo scopo di acquisire le diverse competenze di natura tecnica, clinica, metodologica, regolatoria, organizzativa ed economica che consentissero di approfondire nella maniera più opportuna i diversi aspetti di ricerca, accesso e commercializzazione delle terapie digitali. Si tratta di esperti provenienti da prestigiose Università italiane, dal mondo clinico e della ricerca, dall’ambito regolatorio, legale, industriale, e da importanti organizzazioni di pazienti.“
 
“Fondazione Smith Kline intende proporsi come partner di riferimento delle istituzioni, delle società scientifiche e delle organizzazioni di pazienti – sostiene Elio Borgonovi, Professore alla Università Bocconi, fondatore del CERGAS e Presidente di Fondazione Smith Kline – Ultimo Paese nell’Unione Europea per competenza digitale del capitale umano, l’Italia deve porre un impegno formativo assai maggiore rispetto ad altri Paesi per favorire la adozione della terapia e più in generale, della medicina digitale nella propria pratica assistenziale. La formazione degli operatori sanitari ed ora anche del paziente è la nostra vocazione da oltre 40 anni, e negli anni 20 intendiamo sviluppare ed innovare la nostra missione nella salute digitale”.
 
“La pubblicazione di questo documento non rappresenta la conclusione di un progetto – prosegue Recchia - quanto l’avvio del percorso e la chiamata all’azione rivolta a tutte le parti interessate ad aggiornare i percorsi di diagnosi e cura delle malattie croniche nel nostro Paese. L’obiettivo è completare tale percorso entro la fine del 2022”.

13 gennaio 2021
© Riproduzione riservata

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