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Rischio aumentato di polipi colorettali per chi ha subito un trapianto di polmone

di Matthew Phelan

Le persone che subiscono un trapianto di polmoni, rispetto alla media generale della popolazione, corrono un rischio più elevato di sviluppare adenomi colorettali nei primi anni successivi al trapianto. L’evidenza emerge da uno studio USA e rende conto della necessità di una sorveglianza per cancro colorettale più stretta per questi pazienti

05 FEB - (Reuters Health) – Un nuovo studio USA indica che i pazienti che subiscono un trapianto di polmoni sono esposti a un maggior rischio di sviluppare adenomi colorettali nei primi anni dopo il trapianto, giustificando la necessità di una maggiore sorveglianza per cancro colorettale (CRC).

“Quando abbiamo analizzato i nostri dati, abbiamo osservato che questi pazienti sviluppano polipi in maniera più rapida”, dice l’autore principale dello studio, David Row del St. Joseph’s Hospital and Medical Center di Phoenix. “Anche in pazienti con una colonscopia negativa prima del trapianto, una significativa percentuale di essi ha sviluppato comunque polipi al follow-up di un anno”.

“È noto che chi riceve un trapianto di un organo solido ha un maggior rischio di neoplasia, un legame che potrebbe essere mediato dall’uso di immunosoppressori”, spiegano Row e colleghi sul Journal of the American College of Surgeons, “Tuttavia, la maggior parte delle raccomandazioni per lo screening per CRC in questi pazienti non differiscono dalle linee guida per la popolazione generale” aggiungono.

Lo studio
Per indagare la questione, i ricercatori hanno esaminato i dati di 411 i pazienti sottoposti a trapianto di polmone trattati tra il 2013 e il 2017 presso la loro struttura, uno dei centri per trapianti di polmone più attivi negli USA. Il protocollo post-trapianto del centro prevedeva una colonscopia di sorveglianza da uno a due anni dopo il trapianto.

Dopo aver escluso i soggetti deceduti entro un anno dal trapianto, coloro che avevano avuto un CRC, chi era già stato sottoposto a un trapianto di polmone, i pazienti con fibrosi cistica o quelli che non avevano effettuato una colonscopia prima del trapianto, sono rimasti 237 pazienti. La loro età mediana era 64 anni e il 69% era fumatore; la maggior parte era di razza caucasica (86%) e il 60% era di sesso maschile.

Le due indicazioni più comuni per il trapianto erano la presenza di una pneumopatia cronica ostruttiva (43%) e di fibrosi polmonare idiopatica (42%).
92 pazienti (il 39%) aveva uno o più adenomi rilevati durante la colonscopia pre-trapianto, mentre a uno e cinque anni dal trapianto sono stati riscontrati adenomi nel 50% dei soggetti. Poco più di due terzi degli adenomi scoperti dopo il trapianto sono stati rilevati il primo anno.

“La maggior parte degli adenomi è stata individuata prossimalmente alla flessura splenica, supportando la necessità di una colonscopia totale rispetto a una sigmoidoscopia”, osservano i ricercatori.

I pazienti con adenomi pre-trapianto avevano probabilità significativamente superiori di avere polipi dopo il trapianto rispetto a quelli con una colonscopia pre-trapianto negativa (63% vs 41%). Non sono stati osservati casi di CRC.

Questi tassi sono “superiori al tasso rilevato per lo screening a medio rischio nella popolazione generale (25%-30%)”, sottolineano Row e colleghi, e dimostrano “la necessità di un protocollo di sorveglianza per CRC rafforzato per i pazienti che hanno subito un trapianto di polmone”.

“Chi viene considerato per il trapianto di polmoni dovrebbe sottoporsi a una colonscopia totale nell’ambito della valutazione pre-trapianto”, concludono gli autori, “Consigliamo che i pazienti effettuino la prima colonscopia post-trapianto a un anno e successivamente ogni due anni. Inoltre, servono studi organo-specifici dei pazienti trapiantati prima di stabilire uno screening formale e le raccomandazioni alla sorveglianza”.

Fonte: Journal of the American College of Surgeons

Matthew Phelan

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

05 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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