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Vaccini Covid e anziani. Come gestirla bene in 8 mosse


Ecco i consigli dell’’Associazione Italiana di Psicogeriatria.Vaccinare i più anziani significa salvare molte persone e contribuire alla crescita complessiva delle comunità. Per questo ai medici va chiesta un’attenta azione di sorveglianza in merito all’esecuzione della vaccinazione dei loro assistiti. E, tra le altre cose, occorre “evitare di comunicare dubbi e critiche sulle diverse preparazioni farmaceutiche, sulla loro efficacia in età avanzata e sugli eventuali effetti collaterali”.

10 MAR - La vaccinazione anti Covid negli anziani è fondamentale. Per questo serve una campagna vaccinale efficiente ed efficace. Ecco, allora, che l’Associazione Italiana di Psicogeriatria ha voluto fornire alcune indicazioni per offrire un contributo alla costruzione delle liste d’attesa vaccinali riguardanti le persone anziane, sulla base di reali esigenze di salute.

“La mediana dell’età delle persone scomparse a causa del Covid-19 è di 83 anni; ciò ha posto le persone molto anziane al centro dell’attenzione del nostro Paese e degli altri paesi europei. D’altra parte, i dati di letteratura indicano che vaccinando i più anziani si salvano molte persone e, inoltre, aumentano gli anni di spettanza di vita. Ad esempio, dopo la vaccinazione, nelle case di riposo USA i casi di infezione si sono ridotti del 80% e le mortalità del 65%”, osserva l’associazione. Che evidenzia: “La vaccinazione assicura alle persone di ogni età, ma soprattutto a chi ha più bisogno di certezze, la possibilità di costruire un domani e quindi di contribuire alla crescita complessiva delle comunità”.

Ecco le indicazioni dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria:
- “Essere convinti a tutti i livelli che la vaccinazione è il metodo largamente più efficace per preservare la vita delle persone anziane fragili”.

- “Evitare di comunicare dubbi e critiche sulle diverse preparazioni farmaceutiche, sulla loro efficacia in età avanzata e sugli eventuali effetti collaterali”.

- “Invitare i medici ad un’attenta azione di sorveglianza rispetto all’esecuzione della vaccinazione da parte dei cittadini di loro competenza”.

- “Estendere con attenzione la vaccinazione delle persone meno facilmente raggiungibili (persone sole, abitanti di centri isolati, cittadini incerti, ecc)”.

- “Dopo la vaccinazione degli ultra80, proseguire con i 75-79enni, poi progressivamente con le altre età. Fino ai 70enni è necessario garantire una precedenza in base all’età”.

- “Dare la precedenza alle persone affette da demenza di qualsiasi età. Sono infatti particolarmente fragili sul piano clinico-biologico e in difficoltà nel rispettare le norme preventive (mascherina, distanziamento, lavaggio delle mani)”.

- “Dare la precedenza agli ultra65enni affetti da malattie di ambito oncologico, cardiocircolatorio, respiratorio, metabolico, ecc.). Sollecitare i medici curanti a intervenire per avvisare i pazienti sull’importanza della vaccinazione per le persone particolarmente fragili a causa di patologie pregresse”.

- “Sensibilizzare i decisori sulla possibilità di vaccinare con precedenza i caregiver di persone anziane non autosufficienti, sia famigliari sia professionali, evitando di discriminare in base alla tipologia del rapporto di lavoro”.

10 marzo 2021
© Riproduzione riservata

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