Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 20 APRILE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Prossimità assistenziale, la chiave della ripartenza

di Marzia Caposio

All’incontro virtuale “Innovability 2021, innovazione e sostenibilità” le proposte per implementare le cure domiciliari nel percorso di cura dei pazienti grazie a nuove figure di riferimento

28 SET - Immaginare un futuro in cui la proximity care sia la normalità, in cui la collaborazione tra ospedale e territorio sia reale e non solo il frutto di 20 anni di dibattito in ambito sanitario. In cui il paziente con patologia complessa, neurologica in primis, si senta davvero preso in carico presso la propria abitazione, sia seguito dagli specialisti di riferimento e possa godere di servizi associati alla propria cura. Un futuro in cui il farmacista svolga un ruolo chiave di governance. Di questo futuro si è parlato in occasione dell’incontro virtuale “Innovability 2021, innovazione e sostenibilità: i motori per la ripartenza” che si è tenuto giovedì 16 settembre grazie all’Accademia nazionale di medicina, la sponsorizzazione non condizionante di Biogen e con il patrocinio di SIFaCT, SIN e SIFO. Sono intervenuti Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali Advocacy AISM, Federico Lega, del Dipartimento Scienze Biomediche per la Salute – SCIBIS Università degli Studi – Milano, Cristina Negrini, Head of Market Access - Biogen Italia, Marcello Pani Segretario Nazionale SIFO, Gioacchino Tedeschi, Presidente Società Italiana di Neurologia (Sin) e Francesca Venturini, Presidente eletto SIFaCT.
 
Sostenibilità, innovazione, digitalizzazione e multidisciplinarità, le parole chiave che hanno fatto da filo conduttore dell’incontro. La pandemia da Covid-19 ha portato alla luce con forza tutti i nervi scoperti del nostro Servizio Sanitario Nazionale, spesso in ritardo nell’organizzazione delle cure sul territorio. È ormai chiaro che non si può più prescindere dalla medicina di prossimità. Ed è altrettanto vero che il Next Generation EU ed il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), risposta concreta all’emergenza sanitaria ed economica globale, offrono una opportunità mai vista prima in termini di possibilità di investimenti in sanità. È questo il tempo per dare una attuazione concreta alla medicina di prossimità anche alla luce del ruolo centrale svolto dal farmacista nella gestione dell’emergenza. Ma a che punto siamo? Quali sono le sfide che i decisori dovranno saper cogliere? In che modo si potranno coniugare proximity care e nuove tecnologie? Come proprio il farmacista, territoriale e ospedaliero, potrà contribuire a portare innovazione?
 
La Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici(SIFO) ha sempre a cuore tutti questi argomenti. Ne è testimonianza il decalogo dell’agenda Sifo 2020-2024 in cui si parla proprio di “Nuovi modelli organizzativi di integrazione ospedale-territorio finalizzati a una migliore performance in sanità e alla sicurezza delle cure; di strategie di azione condivise con le altre società scientifiche nazionali e internazionali e di innovazione e management dei processi organizzativi dell’assistenza farmaceutica”, ha dettoMarcello Pani Segretario Nazionale SIFO.  In questo contesto ben si inseriscono “il nuovo ruolo dei servizi farmaceutici territoriali e del farmacista ospedaliero. Nel nuovo modello di prossimità sarà strategica la sua figura all’interno del team multidisciplinare assistenziale previsto nel PNRR. Il farmacista è una figura trasversale, di snodo degli interi processi che si svolgono in questi ambiti – ha proseguito l’esperto - Questo ruolo è fondamentale perché si tratta dell’unica figura abituata da sempre ad interagire con tutti, dalle aziende farmaceutiche – dall’accesso alla gestione del farmaco - ai cittadini e pazienti sia negli ospedali che sul territorio. E poi ancora con i clinici e i professionisti sanitari e con le direzioni generali sanitarie e amministrative. Questo ruolo trasversale permette di conciliare le esigenze dei clinici e dei pazienti con quelle della sostenibilità”, continuando a garantire un Servizio Sanitario Nazionale universalistico e gratuito. Inoltre, il ruolo del farmacista nell’ambito gestionale si sta già evolvendo e “si sta indirizzando verso una figura più sanitaria e moderna orientata verso il reparto e l’area terapeutica”.
 
In accordo con questa visione è anche Francesca Venturini, Presidente eletto SIFaCT. La società scientifica “ha come mission principale sviluppare progetti di farmacia clinica”, ha precisato. “Il PNRR ed il periodo Covid ci hanno fatto evolvere come professione” e anzi hanno dato una accelerazione a processi a cui si pensava già da tempo, ha aggiunto. Argomenti chiave sono dunque la “digitalizzazione, intesa come miglioramento delle infrastrutture del Ssn in termini in informatizzazione. L’importanza del dato clinico ed epidemiologico non fine a sé stesso, non per singolo database, ma in una lettura complessiva è elemento fondamentale sia per la programmazione, sia per la verifica degli interventi e la messa in atto delle azioni correttive”. Altro argomento chiave è quello della territorialità “intesa come assistenza sanitaria integrata. Io ho sempre lavorato in un contesto ospedaliero e ho sempre trovato difficoltà nell’interazione tra ospedale e territorio e questo è un limite per l’assistenza al paziente”. Una delle parole chiave del PNRR è telemedicina, ma Venturini suggerisce di affiancarne a quest’altra: “Telefarmacia cioè telemedicina portata a livello di assistenza farmaceutica” non solo come miglioramento logistico di consegna di farmaci, ma anche come miglioramento di servizi di farmacia clinica.
 
Ma la Missione 6 del PNRR offre veramente delle nuove opportunità e potrà incentivare un cambiamento nella gestione delle patologie complesse, come quelle neurologiche, Sclerosi Multipla in primis? “L’innovazione è interna alla neurologia”, ha precisato Gioacchino Tedeschi, Presidente Società Italiana di Neurologia (Sin). “La neurologia è la disciplina in cui ci sono state più innovazioni; vent’anni fa non avevamo farmaci per la sclerosi multipla, oggi ne abbiamo 22” e così via. “La sostenibilità però è un altro discorso”. Come spiegato dall’esperto, la neurologia è una disciplina molto complessa che si compone di diverse patologie altrettanto complesse: “lo stroke, la demenza, l’alzheimer e l’emicrania. Tutto ciò impone un grande lavoro al sistema, ma il sistema va riordinato. Nel PNRR vi è un accenno alla separazione che c’è tra ospedale di primo, secondo e terzo livello e questo per i pazienti neurologici è importante” per non disperdere le cure. “A mio parere, nell’ospedale di terzo livello bisognerebbe includere solo le strutture che hanno tutte le discipline sotto forma di unità operative complesse con specialisti H24, perché il neurologo ha bisogno di interazione con le altre specialità. L’ospedale di terzo livello va poi messo in contatto con il territorio che è fatto di farmacie, di medici di medicina generale, di assistenti sociali e di neurologi territoriali. Senza una interazione tra tutte queste figure – ha proseguito Tedeschi - è difficile che il sistema riesca a sostenere l’innovazione che sta arrivando”. Tutto questo deve essere prossimo alla persona: “è inconcepibile che un paziente debba fare 200 chilometri per risolvere un problema che può essere risolto a casa. Per quanto semplicistica, una soluzione che ci ha lasciato in eredità il Covid, è quella della telemedicina” che deve però essere utilizzata in aiuto alla prossimità, non in sostituzione, e deve riguardare non solo il teleconsulto ma anche l’intelligenza artificiale associata alla diagnosi. “La Sclerosi Multipla è una delle patologie neurologiche gestita e servita meglio, e questo grazie ai decisori politici, ma non vi è dubbio che ci siano delle differenze tra i vari centri. Per cui bisogna cercare di unire la cultura e la professionalità dei vari centri con la prossimità”.
 
In tutto questo scenario le aziende farmaceutiche hanno da sempre un ruolo importante e spesso guardano con favore all’integrazione tra pubblico e privato. “Dal 2019 al 2021 abbiamo avuto un aumento del 6.7% del Fondo sanitario nazionale; un aumento mai visto prima”, ha ricordato Cristina Negrini, Head of Market Access - Biogen Italia. Questi fondi sono stati comprensibilmente spesi per la situazione emergenziale, “lasciando da parte la programmazione. Ma questi fondi dovranno esser riassorbiti entro il 2024 e ciò vuol dire che noi non avremo più questa possibilità di aumento. Ci rimane quindi il PNRR e i suoi 15 miliardi che non dobbiamo investire in ottica emergenziale, ma con uno sguardo prospettico da qui ai prossimi 6 anni”. Il riferimento è alla ricerca “che non è solo nell’ambito della neurologia o dell’oncologia. La ricerca e l’innovazione farmacologica si rifletteranno sull’organizzazione perché le nuove terapie impongono un cambiamento di approccio. In Italia abbiamo 14 milioni di pazienti cronici e questi pazienti devono ricevere un miglioramento della loro gestione in un’era che sta andando verso la digitalizzazione e la prossimità di territorio”, ha proseguito Cristina Negrini. La proximity care è dunque una delle chiavi di volta. “Come Biogen abbiamo portato avanti diversi progetti in collaborazione con università, clinici e associazioni pazienti”. Uno di questi è il “progetto StayHome che si pone l’obiettivo di integrare il domicilio del paziente all’interno del percorso di cura. Per fare questo stiamo lavorando con alcuni centri di Sclerosi Multipla, 10 su territorio nazionale, per analizzare il percorso di cura, capire quali sono le professionalità al suo interno, capire cosa viene fatto in modo ottimale e quali sono le problematiche e le carenze nel personale, come per esempio il case manager. Poi cercheremo di capire quali sono le parti del percorso di cura che possono essere fatte a casa in modo soddisfacente sia per il paziente che per il clinico”, ha spiegato la Head of Market Access di Biogen. Il progetto si svolgerà nel corso di tutto il 2022 e per inizio 2023 sono attesi i primi risultati.
 
Centrale per la Missione 6 del PNRR è dunque la prossimità. “La prossimità per una associazione di pazienti è un elemento costitutivo ed ha a che fare non soltanto con la dimensione gestionale organizzativa, ma soprattutto riguarda la questione dei diritti: uguaglianza, garanzia di cura, continuità”, ha precisato Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali Advocacy AISM. “Dobbiamo pensare alla prossimità anche come prospettiva temporale, come continuità di relazione, un passaggio da un insieme di prestazioni che sono affidate all’ospedale, al territorio e ai singoli soggetti erogatori a una dimensione di percorso e continuità di cura, che si articola e si sviluppa nel tempo. Una relazione che diventa continua e quindi prossima”. Positivo anche il commento sulle farmacie rurali, nelle aree sotto i 3mila abitanti, come fulcro per l’assistenza territoriale. “Il PNRR è sicuramente un ottimo disegno ma dobbiamo riempirlo di senso” perché il rischio è di cadere nelle “traslazione di vecchi modelli senza effettiva innovazione. Dobbiamo fare in modo che la prossimità si vada a coniugare con una reale dimensione di comunità  - fatta di cittadini e enti del terzo settore pienamente protagonisti - e di corresponsabilità nel disegno, attuazione, valutazione della funzione pubblica”, ha proseguito Bandiera.
 
A lanciare un monito è stato anche Federico Lega, del Dipartimento Scienze Biomediche per la Salute – SCIBIS Università degli Studi – Milano. “Gli investimenti ci sono, l’innovazione c’è però continua a mancare chi dovrebbe avere in mano la regia del percorso decisionale ed attuativo”, ha detto. “Abbiamo una situazione piuttosto variegata, con accelerazioni e ritardi anche dentro le stesse regioni. È una situazione molto a macchia di leopardo, con competenze e capacità non adeguate alla sfida. È ancora lontana la possibilità di avere un gruppo di dirigenti e di collaboratori in grado di guidare le trasformazioni attese dall’applicazione del PNRR e dall’innovazione radicale in arrivo in sanità”. La paura è quindi che i fondi che abbiamo a disposizione non vengano efficacemente ed efficientemente gestiti perché manca ancora una “sistemica e sistematica capacità di attuazione. Quando l’ambiente esterno cambia e diventa più sfidante, l’organizzazione cambia e si adatta, ma diversi Servizi sanitari regionali non hanno intrapreso questo percorso. Gli assessorati non sono strutturati per presidiare nel modo migliore il cambiamento e l’innovazione attesa dall’agenda di politica sanitaria regionale o nazionale”, ha concluso Lega.
 
Marzia Caposio

28 settembre 2021
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy