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Tumori gastrici. Semaforo verde dalla Commissione Europea per nivolumab in associazione a chemioterapia


L'associazione è stata approvata per i pazienti con adenocarcinoma dello stomaco, della giunzione gastro-esofagea o dell’esofago, HER2 negativo, avanzato o metastatico, i cui tumori esprimono PD-L1 con un punteggio positivo combinato (CPS) ≥ 5. Nivolumab in associazione a chemioterapia è il primo regime terapeutico che dimostra sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da progressione superiori rispetto alla sola chemioterapia in questa popolazione di pazienti.

27 OTT - Bristol Myers Squibb annuncia che la Commissione Europea (EC) ha approvato nivolumab in associazione a chemioterapia di combinazione a base di fluoropirimidina e platino per il trattamento in prima linea di pazienti adulti con adenocarcinoma dello stomaco, della giunzione gastro-esofagea (GEJ) o dell’esofago (EAC), HER2 negativo, avanzato o metastatico i cui tumori esprimono PD-L1 con un punteggio positivo combinato (CPS) ≥ 5.
 
La decisione della Commissione Europea si basa sui risultati dello studio di Fase 3 CheckMate -649, in cui il trattamento di prima linea con nivolumab più leucovorin, 5-fluorouracile e oxaliplatino (FOLFOX) o capecitabina e oxaliplatino (CapeOX) è stato confrontato con la sola chemioterapia. I risultati dello studio hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante in sopravvivenza globale (OS) e in sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei pazienti con tumore gastrico (GC), della giunzione gastro-esofagea (GEJC) o dell’esofago (EAC), non resecabile, avanzato o metastatico, i cui tumori esprimono PD-L1 con un punteggio positivo combinato CPS ≥ 5 (endpoint primario dello studio). Il beneficio statisticamente significativo di sopravvivenza globale mostrato da nivolumab in associazione a chemioterapia è stato anche osservato nei pazienti PD-L1 positivi con CPS ≥ 1 e in tutta la popolazione randomizzata. Il profilo di sicurezza di nivolumab in associazione a chemioterapia nello studio CheckMate -649 era coerente con i profili di sicurezza noti nei singoli trattamenti.
 
“L’approvazione costituisce un grande traguardo per molti pazienti con adenocarcinoma dello stomaco, della giunzione gastro-esofagea e dell’esofago, che avranno ora a disposizione una nuova opzione terapeutica che ha dimostrato una maggiore sopravvivenza globale rispetto al tradizionale standard di cura” afferma Ian M. Waxman, M.D., development lead, gastrointestinal cancers, Bristol Myers Squibb. “Dopo i limitati progressi degli ultimi dieci anni nei tumori gastrici HER2 negativi, siamo particolarmente contenti di contribuire all’avanzamento in questo campo con l’introduzione della combinazione a base di nivolumab per i pazienti dell’Unione Europea.”
 
L’approvazione della Commissione Europea permette di utilizzare nivolumab in associazione a chemioterapia di combinazione a base di fluoropirimidina e platino per il trattamento in prima linea di pazienti adulti con tumore gastrico, della giunzione gastro-esofagea (GEJ) o adenocarcinoma dell’esofago (EAC), HER2 negativo, avanzato o metastatico, i cui tumori esprimono PD-L1 con un punteggio positivo combinato (CPS) ≥ 5 nei 27 Stati membri dell’Unione Europea, in Islanda, in Liechtenstein e in Norvegia.
 
Risultati di efficacia e sicurezza nei pazienti con PD-L1 CPS ≥ 5 dello studio CheckMate -649
 
I risultati del CheckMate -649 comprendono:
- Sopravvivenza globale (follow‑up minimo 19,4 mesi): OS mediana era 14,4 mesi nei pazienti trattati con nivolumab in associazione a chemioterapia (intervallo di confidenza [CI] 95%: 13,1-16,3) rispetto a 11,1 mesi (95% CI: 10,0-12,1) nei pazienti trattati con la sola chemioterapia (rapporto di rischio [HR] 0,69; 95% CI: 0,60-0,81).
- Sopravvivenza libera da progressione (follow‑up minimo 19,4 mesi): PFS mediana era 8,31 mesi nei pazienti trattati con nivolumab in associazione a chemioterapia (95% CI: 7,03-9,26) vs. 6,05 mesi (95% CI: 5,55-6,90) nei pazienti trattati con la sola chemioterapia (HR = 0,68; 95% CI: 0,59-0,79).
- Sicurezza: le reazioni avverse più frequenti erano neuropatia periferica (53%), nausea (48%), stanchezza (44%), diarrea (39%), vomito (31%), appetito ridotto (29%), dolore addominale (27%), stipsi (25%), dolore muscoloscheletrico (20%), piressia (19%), eruzione cutanea (18%), stomatite (17%), sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare (13%), tosse (13%), edema (compreso edema periferico) (12%), cefalea (11%) e infezione delle vie respiratorie superiori (10%). 
 
CheckMate -649 è uno studio di Fase 3 randomizzato, multicentrico, in aperto per la valutazione di nivolumab in associazione a chemioterapia o della combinazione di nivolumab e ipilimumab rispetto alla sola chemioterapia, nei pazienti con tumore gastrico, della giunzione gastro-esofagea o adenocarcinoma dell’esofago, non precedentemente trattato, non HER2 positivo, avanzato o metastatico. I pazienti nel braccio con nivolumab in associazione a chemioterapia sono stati trattati con nivolumab 360 mg più capecitabina e oxaliplatino (CapeOX) ogni tre settimane oppure nivolumab 240 mg più 5-fluorouracile, leucovorin e oxaliplatino (FOLFOX) ogni due settimane. I pazienti nel braccio con nivolumab e ipilimumab sono stati trattati con nivolumab 1 mg/kg più ipilimumab 3 mg/kg ogni tre settimane per quattro cicli, seguiti da nivolumab 240 mg ogni due settimane.
 
I pazienti nel braccio con chemioterapia sono stati trattati con FOLFOX o CapeOX ogni due o tre settimane, rispettivamente. Tutti i pazienti hanno continuato la terapia per due anni o fino a progressione di malattia, tossicità inaccettabile o revoca del consenso. Gli endpoint primari dello studio sono la sopravvivenza globale (OS) nei pazienti con PD-L1 positivo con un punteggio positivo combinato (CPS) ≥ 5 trattati con nivolumab in associazione a chemioterapia, e la sopravvivenza libera da progressione, valutate da una Revisione Centrale Indipendente In Cieco (BICR), nei pazienti con CPS ≥ 5 trattati con nivolumab in associazione a chemioterapia rispetto alla sola chemioterapia. Gli endpoint secondari comprendono la sopravvivenza globale nei pazienti con CPS ≥ 1 e in tutti i pazienti randomizzati trattati con nivolumab in associazione a chemioterapia, oltre a sopravvivenza globale e tempo al peggioramento dei sintomi (TTSD) nei pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab rispetto alla sola chemioterapia.

27 ottobre 2021
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