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Lista di attesa. Schillaci: “Dopo grave episodio alla ASP di Trapani, Regione Sicilia ha comunicato l'avvio revoca incarico del direttore generale”

Il ministro: “Il ministero ha avviato immediatamente un'azione ispettiva il 18 e il 19 marzo. L'istruttoria è in corso”. E ribadisce: “Non è accettabile che a distanza di mesi dall'approvazione del decreto-legge ci siano ancora resistenze o ritardi nell'applicazione, così come non è accettabile rivendicare insufficienza di stanziamenti”

03 APR - “Sul grave episodio rilevato alla ASP di Trapani il Ministero ha avviato immediatamente un'azione ispettiva il 18 e il 19 marzo. L'istruttoria è in corso e la Regione siciliana ha comunicato l'avvio del procedimento di revoca dell'incarico del direttore generale dell'ASP”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo a un'interrogazione presentata da Silvia Fregolent (Iv) al question time di oggi al Senato, in merito, fra gli altri punti, ai ritardi nella refertazione di esami istologici in Sicilia.

Di seguito la risposta integrale del ministro:

Il decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, convertito nella legge 29 luglio 2024, n. 107, ha introdotto misure strutturali che puntano a risolvere alla radice il problema. Non si tratta di palliativi o di interventi spot, ma di una riforma organica che ridefinisce ruoli e responsabilità di tutti gli attori coinvolti, a partire dal Ministero fino alle singole strutture sanitarie.

Voglio essere molto chiaro: queste misure richiedono una piena sinergia con le Regioni, che devono puntualmente porre in essere le azioni di competenza. Non è accettabile che a distanza di mesi dall'approvazione del decreto-legge ci siano ancora resistenze o ritardi nell'applicazione, così come non è accettabile rivendicare insufficienza di stanziamenti, quando la Corte dei conti, nella sua ultima relazione, mette nero su bianco la spesa esigua delle Regioni rispetto ai fondi ricevuti dal 2020 per le liste d'attesa. I dati comunicati al Ministero dalle Regioni indicano che ancora non sono state impiegate tutte le risorse assegnate dal 2022 al 2024 e che in alcuni casi i fondi sono stati destinati a tappare buchi di bilancio.

La Piattaforma nazionale per le liste di attesa, che è il sistema per garantire al cittadino tempi certi con il ricorso intramoenia, o privato quando necessario, e l'estensione delle visite nel fine settimana sono misure che stanno già producendo risultati tangibili nelle Regioni che le hanno implementate. I dati raccolti per gennaio e febbraio 2025 mostrano un quadro a macchia di leopardo che conferma quanto sostenuto: dove si applica la legge ci sono i risultati. Il Ministero e Agenas stanno conducendo incontri serrati con le Regioni per affiancarle e risolvere le criticità ma, sia chiaro, non si tratta di carenza di strumenti o risorse ma di volontà politica e organizzativa. Abbiamo già inviato alla Conferenza Stato-Regioni lo schema per il decreto che finanzia investimenti per oltre 27 milioni di euro nel potenziamento dei CUP regionali. Abbiamo previsto nella legge di bilancio venticinque misure per valorizzare il personale del Sistema sanitario nazionale.

Il disegno di legge n. 241, oggi all'esame delle Commissioni parlamentari, introduce ulteriori misure per la riduzione delle liste di attesa e dei tempi massimi.

Sul grave episodio rilevato alla ASP di Trapani il Ministero ha avviato immediatamente un'azione ispettiva il 18 e il 19 marzo. L'istruttoria è in corso e la Regione siciliana ha comunicato l'avvio del procedimento di revoca dell'incarico del direttore generale dell'ASP.

Risulta inoltre avviato e concluso un piano straordinario per l'abbattimento delle liste di attesa relative alla refertazione dei campioni di anatomia patologica. Verrebbe da rispondere al qualunquismo dell'accusa generica di fallimento con un altrettanto generico fallimento del modello regionale di gestione della sanità ma questo Governo è concentrato sin dall'inizio solo sulle soluzioni, non su accuse qualunquistiche. I risultati di quelle realtà che stanno applicando la legge sulle liste d'attesa sono davanti agli occhi di tutti.

Conosco bene la sanità pubblica - ho fatto il medico per trent'anni nel Servizio sanitario nazionale - e continuo a credere che la strada sia quella della seria collaborazione, non quella della negoziazione con l'inadempienza. Il diritto alla salute non è negoziabile: o si applica la legge o si deve rispondere delle proprie inadempienze.


La replica di Ivan Scalfarotto (Iv):

Signor Ministro, lei parla di qualunquismo, mi permetta: ci vuole una certa sfacciataggine a venire in quest'Aula a dire le cose che lei ha detto quest'oggi mentre sui giornali una persona di talento come Francesca Mannocchi ci ha dovuto raccontare che lei, malata di sclerosi multipla, o tirava fuori 680 euro per fare un esame o lei, persona conosciuta, persona nota, avrebbe dovuto cercare altre strade (forse nell'immaginario collettivo). Ovviamente non l'ha fatto ed ha dovuto tirare fuori dei soldi, perché lei può. Sa, signor Ministro, non tutti possono pagarsi 680 euro e venire qui a parlare male delle Regioni non la assolve, mi perdoni, innanzitutto perché lei è un Ministro della Repubblica e buttare la palla nel campo di qualcun altro non fa onore al modo in cui lei ricopre questo altissimo incarico, in secondo luogo, perché lei rappresenta un Governo che ha fatto dell'autonomia ulteriore regionale e differenziata un cavallo di battaglia.

Mi perdoni, lei viene qui a dire che è colpa delle Regioni. Peraltro la Regione siciliana le sottolineo che dovrebbe essere una Regione con la quale facilmente comunicare, visto che è gestita dal centrodestra. Venire qui a dirci queste cose, ripeto, non risolve il problema, il problema di persone che non soltanto non hanno avuto delle visite specialistiche ma persone che hanno fatto dei test, degli esami, e non hanno avuto i referti. Cioè gli esami erano stati fatti ed i referti non sono arrivati: persone che hanno avuto delle metastasi dalle loro neoplasie per questa ragione.

Signor Ministro, lei mi dovrebbe allora spiegare perché la sua parte politica. per esempio, ha così cocciutamente rifiutato i soldi europei del Meccanismo europeo di stabilità (MES): erano 36 miliardi che si potevano avere e in questo Paese non siamo riusciti ad averli. E allora lei fa bene a parlare di intangibilità e sacralità del diritto alla salute ma, signor ministro potrà farlo quando sotto la sua responsabilità quel diritto sarà effettivo perché ad oggi così non è.



03 aprile 2025
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