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PDTA HIV in Sicilia: uniformità e aggiornamento continuo nella presa in carico

Attivo dal 2023, il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per l’HIV in Sicilia punta a uniformare la gestione clinica su scala regionale. È prevista a breve la prima revisione biennale che terrà conto delle nuove opzioni terapeutiche disponibili

21 MAG - Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per i pazienti con HIV in Sicilia, attivo dal 2023, rappresenta un riferimento condiviso per l’intero territorio regionale. Il documento punta a uniformare la presa in carico, dalla prevenzione alla terapia, e prevede aggiornamenti ogni due anni per riflettere l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle opzioni terapeutiche.

A illustrare l’impostazione del PDTA è Stefano Campo, Funzionario Direttivo del Servizio 4 “Programmazione Ospedaliera” del Dipartimento di Pianificazione Strategica dell’Assessorato regionale alla Salute.

“Le finalità del percorso sono proprio queste: uniformare il trattamento dalla prevenzione sino alla terapia per tutti i pazienti, anche nel nostro territorio regionale”, ha spiegato Campo, ricordando che la messa a punto del PDTA era uno dei compiti che si era posta la Commissione Regionale AIDS, istituita nel gennaio 2020 ed è nato da una proposta della Società Scientifica di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT).



La base del lavoro è stata costruita sul contributo diretto dei centri e delle unità operative con il maggior numero di pazienti in carico: “Sono stati proprio loro a presentare alla Commissione una bozza di documento, in parte già operativa in alcune province, che è servita da base per l’uniformazione regionale”.

Il percorso ha previsto una mappatura epidemiologica e organizzativa dei centri siciliani coinvolti, individuando anche i setting assistenziali più idonei per i trattamenti.
Il PDTA non si limita alla definizione dei flussi assistenziali, ma integra anche strumenti di monitoraggio dell’aderenza terapeutica. Sono stati infatti individuati indicatori specifici per valutare l’efficacia del percorso a partire da diverse fonti: le SDO (Schede di Dimissione Ospedaliera), le cartelle cliniche e i dati sui consumi farmaceutici.

“È un work in progress – ha sottolineato Campo – la Commissione si è data appuntamento a breve per la revisione scientifica, che avviene in media ogni due anni. Sarà l’occasione per aggiornare il documento alla luce delle nuove opzioni terapeutiche”.

Con il contributo non condizionante di

21 maggio 2025
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