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Lunedì 19 MARZO 2018
Spandonaro (Crea): “Il pubblico quando vuole è efficiente, ma solo in intramoenia”

“I dati sui quali si può essere confidenti è che purtroppo le liste di attesa non si riducono più di tanto, anzi probabilmente in alcuni casi abbiamo osservato che c’è stato un lieve peggioramento rispetto alle rilevazioni fatte dal Censis, più o meno con lo stesso metodo e questo, anche a fronte di una riduzione di personale ci può stare”. 
 
Così Federico Spandonaro, direttore del Centro Studi Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata ha spiegato i dati osservati nello Studio sui tempi di attesa e sui costi delle prestazioni sanitarie nei Sistemi Sanitari Regionali, condotto da Crea, commissionato dalla Funzione Pubblica Cgil. 
 
 “Abbiamo rilevato – ha aggiunto – una grande variabilità regionale, come anche fra strutture diverse e prestazioni. Il che suggerisce carenza di organizzazione e coordinamento nel gestire in modo efficiente la domanda. Emerge inoltre un disallineamento tra le aspettative dei cittadini e i tempi di attesa dell’offerta pubblica, così come tra i costi. Ma il dato interessante è che non c’è una divisione pubblico privato, ma una divisione tra Ssn e prestazioni pagamento. Abbiamo osservato infatti che le prestazioni a pagamento nel pubblico, ossia in intramoenia, hanno tempi e costi pressoché identici a quelli delle prestazioni solventi fatte presso strutture private, così come – ha aggiunto – e i tempi di accesso per quelle effettuate in strutture convenzionate con Ssn sono identiche a quelle pubbliche  Appare quindi evidente che ci sono due canali: uno che dà prestazioni con tempi che non sono probabilmente problematici da un punto di vista clinico, ma sono comunque rilevanti, anche oltre 60 giorni, e quello a pagamento che offre la prestazione in una settimana. Una discrasia rilevante che pone il cittadino difronte a una scelta e su questo bisognerebbe fare una riflessione. Bisognerebbe infine riflettere sulle differenze dell’intramoenia tra le varie Regioni e tra le strutture stesse: anche in questo caso bisogna capire se è un mercato che merita una qualche forma di coordinamento e omogeneizzazione”.

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