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Venerdì 22 FEBBRAIO 2019
Fismu: “Punitivo per i medici, costoso ed inefficace per i cittadini”

Il segretario nazionale della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti, Fismu, Franco Esposito, ha espresso netta contrarietà al nuovo Piano Nazionale sulle Liste di Attesa varato dal ministro Giulia Grillo, con le Regioni. Ma allo stesso tempo al Governo rivolge un appello: si avvii una vera agenda riformista sulla riorganizzazione dei servizi, la cronicità, le risorse, il rinnovo di contratti e convenzioni (in stallo), il precariato e assunzioni, la formazione specifica in mg e specializzazioni, sul ddl anti aggressioni (ancora in alto mare).
 
“L’idea che i tempi delle liste di attesa si riducano con provvedimenti tampone è un errore che si ripete da anni, con diversi governi, senza affrontare i veri problemi della sanità pubblica italiana”, spiega Esposito, che ricorda che il “nostro SSN è già stato oggetto di stagioni di riforme parziali e sbagliate, con tagli di risorse: con una assenza di programmazione, e di riorganizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri, idonea a dare risposte alla mutata domanda di salute, al nodo della cronicità, a partire dall’invecchiamento della popolazione”.
 
“Prevedere tempi massimi per garantire le prestazioni di ricovero e ambulatoriali, in assenza di queste premesse - continua - è uno specchietto per le allodole. Il rischio reale è che non verranno rispettati, obbligando il cittadino a ricorrere alla prestazione in intramoenia pagando il ticket, ma con costi che comunque ricadranno sempre sulla azienda, e quindi sulla sanità pubblica. Vincolare il rispetto dei tempi di attesa tra gli obiettivi dei Dg con la minaccia della perdita del posto, è pura demagogia, così come il blocco dell’attività libero professionale”.

“Servono risorse, assunzioni, abbattimento del precariato, potenziamento del territorio - sottolinea Esposito - al ministro Grillo riconosciamo molte aperture alle proteste e alle ragioni dei medici, ma ora lei è al Governo del Paese, non più all’opposizione. Quindi, attendiamo oltre alle dichiarazioni, anche atti concreti. Il ddl contro le aggressioni, più volte annunciato, oltre ad essere poco convincente, è fermo da mesi, lontano dall’essere approvato dal Parlamento. Rimango le strettoie e gli imbuti nella formazione specialistica e in medicina generale. Sul precariato poco si è fatto, sulla cronicità stesso discorso, su contratti e convenzioni la situazione è grave, intanto avanza il regionalismo differenziato”.
 
“Fismu - conclude - vuole essere ottimista, ed è disponibile al dialogo, ma non possiamo fare assegni in bianco a nessuno, come fanno altri, non crediamo negli atti di fede, nel collateralismo: servono azioni concrete, una vera agenda riformista. Se non ora quando”.

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