quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Sabato 25 APRILE 2020
Fismu: “Un passo avanti e due indietro”

La Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu dopo la conversione in legge del Decreto Cura Italia, esprime un “giudizio complessivamente negativo, pur riconoscendone alcuni aspetti positivi”.
 
Per Francesco Esposito, segretario generale Fismu, il Parlamento “ha perso una occasione importante per dimostrare lungimiranza responsabilita e anche unità politica di fronte a questa tragedia che sta colpendo l’Italia. Così come, più in generale, preoccupa l’incertezza sull’utilizzo dei fondi per la sanità che l’Europa mette a disposizione ”.
 
“In altri paesi dell’Unione - aggiunge - vedi Spagna ma non solo, nonostante i duri scontri politici, le grandi forze, destra, centro e sinistra, uniscono il loro voto per il bene del Paese. Qui, invece, si è costretti a ricorrere a voti di fiducia, il che non consente poi una serena e costruttiva dialettica, con la conseguente perdita di contributi positivi e migliorativi della legge”.
 
“Fermo restando alcune norme utili per la nostra sanità pubblica in questo momento strategico - conclude Esposito - comprese quelle relative al reclutamento e all’accesso (specializzandi e medici in formazione in medicina generale), o al fondo per gli straordinari, rimangono sul tavolo troppe questioni. Le elenco sinteticamente: troppi contratti precari, nessuna stabilizzazione per camici grigi e 118 (passaggio a dipendenza), nessuna indennità aggiuntiva di rischio adeguata, nessun intervento normativo per favorire una soluzione ai medici convenzionati del territorio senza copertura inail, nessuna previsione di un fondo pubblico per la famiglie dei camici bianchi vittime del covid, irrisolta la questione dei dispositivi di sicurezza e stesso discorso sul piano della prevenzione con i tamponi e la quarantena, in balia delle decisioni delle regioni. E niente scudo legale per i sanitari. Già non siamo più eroi, siamo di nuovo quella categoria da sempre inascoltata prima dell’arrivo dell’epidemia.  In questa situazione l’entrata  alla fase 2 è sconfortante ed è preoccupante per la tenuta del SSN, per la sicurezza di medici, operatori e soprattutto per i cittadini”

© RIPRODUZIONE RISERVATA