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Mercoledì 10 GIUGNO 2020
Ancod: “Pronti al dialogo con le Istituzioni, per minimizzare l’impatto negativo sui pazienti”

L’Associazione Nazionale Centri Odontoiatrici (ANCOD) in una nota informa di “aver già chiesto un incontro al MISE e al Ministero della Salute, per manifestare la propria disponibilità a più livelli, in relazione alle criticità che stanno emergendo a causa degli studi e delle strutture odontoiatriche che non riusciranno a riaprire a seguito dell’emergenza COVID19”
 
“Tutte le strutture associate ad ANCOD(DentalPro, Primo, Caredent, Vitaldent, HDental, Dentalcoop, Veradent)  – precisa il comunicato - , infatti, hanno già riaperto regolarmente e i centri che l’associazione rappresenta, pur non avendo relazioni di nessuna natura con il Gruppo Dentix - che tra l’altro non è associata ad ANCOD -, sono disponibili per trovare soluzioni in primis a beneficio dei tanti pazienti che rischiano di perdere il proprio punto di riferimento per le cure odontoiatriche. In virtù di questa presenza capillare e della forza economica dei gruppi associati ad ANCOD, siamo in condizioni di sederci in modo autorevole e pragmatico al tavolo che eventualmente il MISE o il Ministero della Salute vorranno istituire; così facendo, metteremo a disposizione quel supporto che proprio la solidità, la professionalità e la struttura societaria dei nostri gruppi ci consentono di offrire”.
 
“In questi giorni – dichiara Raffaele Abbattista, Direttore Generale Ancod – a quasi un mese dalla ripartenza, apprendiamo dalla stampa e dai Social della imminente crisi che sta investendo il gruppo Dentix in Italia e i suoi 50 centri odontoiatrici, distribuiti su tutto il territorio nazionale. A parte l’iniziale sgomento, ci siamo da subito attivati per capire l’entità delle difficoltà, non essendo DENTIX un nostro associato, e soprattutto stiamo cercando di capire come poter essere utili al fine di tutelare la salute dei pazienti. Inutile sottolineare che per noi, prima delle polemiche sul settore, vi è la piena e ferma volontà di sostenere i pazienti e le cure, poiché questo è nel DNA di ogni gruppo associato ANCOD”.
 
“ANCOD, senza alcuna interferenza con le vicissitudini aziendali, è a disposizione per curare i pazienti con finanziamenti, collaborare con Ministeri e parti sociali – ribadisce Michel Cohen, Presidente ANCOD –. Ma chiariamo con forza: noi rappresentiamo gruppi seri e solidi, diffidiamo dunque chiunque screditi un settore intero in ragione di una singola crisi aziendale. I finanziamenti sono un sistema fondamentale per consentire a tutti di effettuare cure: anche a coloro che prima non potevano accedervi; inoltre consentono piena emersione in un settore pervaso dal sommerso”.
 
“Le idee espresse nelle ultime ore da Federconsumatori  - sottolinea - sono battaglie di retroguardia, a difesa della vecchia corporazione che ha sempre vessato i pazienti con prezzi alti e nessuna garanzia, come confermato tra l’altro dalle diverse posizioni di altre associazioni di consumatori. Non si capisce, poi, in che modo singoli medici, a dir poco meno solidi sul fronte delle capacità di investimento, possano garantire attrezzature moderne e trattamenti di qualità solamente associandosi in STP. Appare evidente che per alzare la qualità delle cure e soprattutto per garantirle a tutti, servano investimenti e alleanze tra odontoiatri e investitori. Non si capisce, infine, in che modo odontoiatri senza esperienze manageriali possano gestire aziende e strutture importanti. Tutto ciò non toglie che, con riferimento a singole situazioni di crisi, qualora l’Autorità giudiziaria accerti situazioni di mala gestio per colpa grave, o persino per dolo, queste condotte vadano perseguite con rigore e intransigenza, tanto più che il bene minacciato è quello della salute”.
 
“Ma tutto ciò, che è ovvio – conclude -, non deve far sentire nessuno legittimato a screditare a priori anche chi, come gli associati ANCOD, opera seriamente e con estrema professionalità tutti i giorni. Del resto è ovvio che il Covid abbia colpito molte aziende in molti settori e la probabilità che vi siano fallimenti è molto concreta, ma ben più grave di queste situazioni di crisi sarebbe il tentativo di strumentalizzarle per mettere in cattiva luce l’intero settore. Noi siamo qui! Ci siamo!”.

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