quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 22 DICEMBRE 2020
Beretta (Aiom): “Screening sono uno strumento fondamentale a partire dai 50 anni”

Poiché il tumore del colon retto richiede spesso diversi anni per passare dalla forma pre-cancerosa a quella invasiva. Per questo gli screening sono uno strumento fondamentale per contrastarne la diffusione del tumore stesso. A parlarcene è Giordano Beretta, Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica)
 
Perché è così importante incoraggiare gli screening per il tumore al colon retto e qual è la ricaduta su quello definito metastatico?
Il tumore al colon retto si presenta in circa l’80% dei casi come localizzato quindi operabile chirurgicamente, di questi un terzo svilupperà metastasi; nel 20% dei casi invece è già metastatico o localmente avanzato al momento della diagnosi. Globalmente possiamo dire che circa la metà dei pazienti ha o svilupperà una forma di malattia definita metastatica.
 
Poiché questo tipo di tumore richiede spesso molti anni per passare dalla forma pre-cancerosa a quella invasiva, gli screening sono uno strumento fondamentale a partire dai 50 anni per contrastarne la diffusione. Attraverso questi esami (analisi feci e colonscopia come approfondimento) è possibile fare diagnosi tempestive per rimuovere dei tumori molto precoci, ma soprattutto si può evitare l’insorgenza del tumore stesso, attraverso la rimozione di lesioni pre-cancerose che, lasciate in sede, si trasformerebbero in cancro. Quest’anno è prevista una riduzione del 20% di tumori al colon retto, dovuta proprio all’attività di prevenzione attraverso gli screening. Un buon risultato, visto che si tratta della seconda patologia più diffusa, superata nel caso delle donne da quella della mammella e in quello degli uomini dalla prostata.
 
Qual è il messaggio positivo dalla campagna “La cura non ha età” per i pazienti con il tumore al colon retto metastatico?
È duplice il significato di questa campagna. Innanzitutto un significato formativo, non solo per il paziente e il caregiver, ma anche per il medico che, per decidere se e come trattare un paziente, si deve fare guidare dalla condizione clinica e dallo stato di salute generale del malato. È impensabile per questi pazienti non prendere in considerazione – trattamenti anche i più innovativi, a meno che ci siano condizioni che ne impediscano l’impiego come un forte decadimento cognitivo o la presenza di comorbilità importanti. La campagna contiene anche un messaggio di speranza per il paziente che deve sapere che a una buona condizione clinica corrisponde un trattamento personalizzato. Un messaggio importante per affrontare la malattia nel modo migliore.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA