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Giovedì 20 APRILE 2023
Fnomceo al Governo: “Portare Fondo sanitario nazionale almeno a 136 miliardi”

Implementare il Fondo sanitario nazionale sino almeno a coprire la spesa di 136 miliardi prevista dalla Corte dei Conti. A chiederlo al Governo è oggi il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, all’indomani dell’audizione della Corte in Commissione Bilancio alla Camera.

“Ha ragione il Ministro della Salute, Orazio Schillaci – spiega - quando auspica più risorse per la sanità. E sosteniamo la sua intenzione di aumentare il Fondo sanitario nazionale. Occorre innalzarlo almeno a copertura della spesa prevista dalla Corte dei Conti nell’audizione: oltre 136mila euro”.

“Inoltre – continua - è il momento di eliminare i tetti di spesa per il personale, per poter effettuare nuove assunzioni e retribuire adeguatamente i professionisti. È necessario programmare investimenti mirati con adeguato stanziamento di risorse. Va infine introdotta la possibilità di ricorrere a prestazioni aggiuntive da parte di medici già integrati nel Servizio sanitario nazionale, per valorizzare il loro ruolo e ridurre il ricorso ai gettonisti. Questo potrebbe già essere attuato con un emendamento allo stesso DL Bollette”.

“Continuiamo a pensare – aggiunge ancora - che occorra un finanziamento straordinario che vincoli le risorse sul potenziamento del personale e dei professionisti sanitari. Molti analisti sanitari stimano in 30 miliardi questo stanziamento, che servirebbe per pagare gli stipendi ai professionisti sanitari oggi assenti sul territorio, aumentare le remunerazioni ai medici, sia in ospedale che sul territorio, e ai professionisti della salute, aumentare il numero degli addetti in sanità, garantendo a tutti gli operatori sanitari un welfare sociale ancora oggi assente in larga parte del Paese”.

“Infine – conclude – è il tempo di aprire una riflessione su correttivi che calmierino le spese sanitarie da parte delle Regioni, in particolare quelle dovute alla mobilità sanitaria, che sottraggono risorse alle regioni già meno avvantaggiate”.

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