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Martedì 09 OTTOBRE 2012
Fimmg, Fimp e Sumai: “Così si passa dal medico di fiducia al medico scelto dalle Regioni"

Le tre sigle sindacali maggiormente rappresentative della medicina convenzionata bocciano alcune modifiche della nuova versione dell’articolo 1 del Decreto Balduzzi.

“Non passa inosservata la zampata delle Regioni nella riscrittura – si legge in una nota congiunta di Fimmg, Fimp e Sumai-Assoprof -  che pur conservando nei primi quattro commi  i contenuti fondamentali necessari a una riforma dell’assistenza territoriale, presenta due commi destabilizzanti  in cui si prevede un tempo massimo di 180 giorni per le trattative, decorsi i quali senza successo il Governo interviene attraverso un decreto che ‘corregge’ gli Accordi di lavoro dei medici convenzionati,  avendo solo sentito le organizzazioni sindacali”.

“Viene così negata una prerogativa negoziale- prosegue la nota - che credevamo garantita dalla Costituzione. Alle Regioni basterà tergiversare per sei mesi, lo stanno facendo da dieci anni, per poter essere sicure di scrivere il decreto con il prossimo Governo e non dover negoziare con i rappresentanti della categoria. Forse le Regioni in questo momento sono così fragili da temere anche un confronto diretto con i sindacati.

“Ci auguriamo che la versione pubblicata non sia quella definitiva – dichiarano Giacomo Milillo, Giuseppe Mele e Roberto Lala – perché in tal caso sarebbero obbligatorie le più forti reazioni di lotta da parte di tutti i medici convenzionati”.

Per Fimmg, Fimp e Sumai “senza la garanzia di un ACN, dato l’atteggiamento arrogante e prevaricante delle Regioni, temiamo la definitiva omologazione dei medici convenzionati con quelli dipendenti ed il completo superamento della scelta  fiduciaria ora garantita al cittadino, col rischio che si faccia la fine della Catalogna, dove il medico è talmente subordinato alle aziende da richiedere la presenza di forze addette alla sicurezza per proteggerlo dalle reazioni dei pazienti”.
 
“Ci aspettiamo – conclude il comunicato congiunto - che venga salvaguardata la funzione ed il ruolo della medicina convenzionata nelle future forme organizzative, evitando che le cure primarie possano essere riportate in capo al comparto della dipendenza. Contiamo nel buon senso del Governo e delle Camere per evitare una simile evenienza”.

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