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Mercoledì 16 GENNAIO 2013
Marchi (Aio): “Primo sciopero per le ostetriche. Ma necessario”

“Le Ostetriche Italiane aderiscono per la prima volta nella loro storia professionale allo sciopero, rappresentate dall’Associazione Italiana di Ostetricia (Aio) poiché la Spending Review ha condotto ad una enorme carenza delle Professioniste nelle strutture pubbliche e private con la conseguenza di alimentare l’abusivismo professionale su tutto il territorio nazionale”. Ad affermarlo, in una nota, Antonella Marchi, presidente dell’Aio, che con il Consiglio direttivo dell’associazione denuncia come “le utenti cercano assistenza da persone non riconosciute come professioniste della Salute dal ministero della Sanità, il cui intervento chiedo ufficialmente anche attraverso l’istituzione di una Commissione d’inchiesta, al fine di adempiere nel modo ottimale i propri compiti di garanzia della salute pubblica”.

“Denunciamo con forza da anni questo aspetto poiché riteniamo non si debba speculare sulla salute di donne e bambini che sono confuse da pubblicità ingannevoli che appaiono su tutti i network. La salute non è un mercato e vi sono Organi di garanzia quali gli Ordini Professionali e le Procure della Repubblica che hanno l’obbligo di vigilare ed intervenire anche su presunti abusi, poiché sono investiti della posizione istituzionale di tutela degli interessi pubblici. La carenza di Ostetriche negli ospedali e nei consultori crea gravi disservizi in tutta la filiera delle strutture sanitarie poiché costrette a turni stressanti, esponendo gli utenti ad un maggior rischio umano e da qui il boom di cause legali”, prosegue la nota.

Per questo l’Aio, a nome delle ostetriche italiane, “rivendica con forza”:

1. L’assunzione senza concorsi delle Ostetriche nelle strutture sanitarie, ma su colloquio come avviene ormai da anni in tutti i paesi della Comunità Europea (al fine di rendere rapide le assunzioni e chiudere il triste capitolo dei concorsi in cui si presentano mille persone per due posti)

2. Un intervento delle forze politiche sulla certezza del finanziamento per la sanità

3. L’applicazione della riforma dei punti nascita approvata ormai da 2 anni

4. La garanzia di misure cogenti sulla responsabilità professionale in sanità

5. L’intervento deciso per impedire che sedicenti professionisti sanitari, possano intervenire in contesti di salute di donne e bambini in linea con la recente legge sulle professioni non riconosciute.
 

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