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Martedì 26 NOVEMBRE 2013
Il progetto WIN. Un'attenzione in più per le donne.

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, su un totale di 3.853 nuove diagnosi di infezione da HIV nel 2012, il 21% era rappresentato da donne, in particolare in età fertile, tra i 15 e i 49 anni. Le donne contraggono l’infezione prevalentemente per via eterosessuale, mentre la tossicodipendenza è praticamente irrilevante come causa di contagio. Nella maggior parte dei casi, le donne vengono infettate da partner stabili; negli uomini invece la trasmissione eterosessuale avviene soprattutto con rapporti occasionali. L’impatto sociale dell’HIV è inoltre più marcato tra le donne, che essendo più sensibili vivono peggio la propria condizione di sieropositività.
Ecco perché nasce il progetto istituzionale “WIN, Women Infectivology Network”: ne parla Antonella d’Arminio Monforte della Clinica Malattie Infettive, Polo Universitario San Paolo, Università di Milano, che coordina la ricerca.

“La SIMIT ha preso l’iniziativa di creare un gruppo di lavoro costituito da 11 infettivologhe dedicato alle problematiche relative alle infezioni nelle donne”, spiega. “Il gruppo di lavoro nasce come figlio del progetto europeo “Women for Positive Action (WFPA)”, volto ad affrontare le tematiche mediche e psico-sociali relative alle donne con infezione da HIV, ma si pone un obiettivo più ampio: approfondire in maniera più estesa le problematiche delle infezioni nelle donne, con un particolare focus su HIV, epatite, HPV, infezioni batteriche, infezioni in gravidanza e immunologia nelle donne. Ognuna delle partecipanti al gruppo di lavoro, coordinato da me e dalla dott.ssa Ammassari, si occuperà di sviluppare dei progetti nella propria area di competenza, attraverso una comune esperienza nel campo dell’infettivologia”, continua. Concludendo: “Nell’ambito dell’infezione da HIV nel sesso femminile, i temi da sviluppare riguardano sia aspetti psicosociali che clinici ed epidemiologici, tra cui l’aderenza, i trial clinici, il problema della tollerabilità, della tossicità e delle interazioni farmacologiche e le coinfezioni con i virus epatitici”. 

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