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Lunedì 08 NOVEMBRE 2010
Nasce l’Italian Network for Health Research

“La globalizzazione e la collaborazione internazionale nel settore della ricerca biomedica, traslazionale e sanitaria applicata è uno dei fattori vincenti per lo sviluppo di ricerche che possano dare ampie ricadute al cittadino italiano attraverso il nostro Sistema Sanitario. In quest'ambito la presenza di ricercatori italiani nel mondo se accompagnata da strumenti utili per facilitare il contatto di tali ricercatori con le istituzioni italiane di ricerca può essere l'elemento trainante per processi di cooperazione internazionale nel settore della ricerca biomedica”. Con queste parole il ministero della Salute ha annunciato l’istituzione dell’Italian Network for Health Research, una piattaforma per i ricercatori del settore biomedico creata allo scopo di “favorire un circuito virtuoso che costituisca un volano per scambi di conoscenze lavorative e che valorizzi il capitale umano di ricercatori italiani nel mondo consentendo di creare fattive opportunità per proficui progetti di ricerca da parte delle istituzioni italiane e di rafforzare i legami con l'Italia da parte di coloro che hanno scelto di sviluppare la loro carriera scientifica all'estero” ma anche come “elemento utile per consentire un rientro di molti ricercatori italiani che operano all'estero”.
L’attività del Network sarà direttamente gestita dal ministero della Salute. “Ci proponiamo di creare collaborazioni che facciano sentire il ricercatore all'estero non dimenticato e che permettano al sistema Italia di arricchirsi della competenza di questi nuovi emigranti: tutto con l'impegno economico di questo Ministero che per l'anno 2010 sarà superiore a 10 milioni di euro”, ha affermato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, presentando il progetto.
Secondo i dati presentati dal ministro, la meta più scelta tra i ricercatori italiani nel settore della biomedicina che lavorano all’estero è gli Usa (45%), seguita da Gran Bretagna (15%), Brasile (9%), Canada (9%) e Svezia (8%). Il 37% dei ricercatori italiani all’estero ha un’età compresa tra i 30 e 40 anni, il 33% tra i 40-50 anni, il 26% tra i 50-60, il 4% ha più di 60 anni. I dati sono stati elaborati sulla base delle informazioni fornite dagli oltre 250 ricercato italiani all’estero iscritti all’anagrafe istituita dal ministero della Salute.
 

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