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Martedì 17 MARZO 2015
Dirindin (Pd): “Sul caso ketamina ha vinto la ragionevolezza”

"Possiamo considerarla senza dubbio una vittoria della ragionevolezza a vantaggio della buona scienza, della medicina e del bene di tutta collettività". Così la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità, commenta la decisione della Cina di ritirare la sua richiesta di restrizioni all’uso della Ketamina come farmaco anestetico, presentata alla Commissione sulle Droghe delle Nazioni Unite sabato 14 Marzo a Vienna.

"L’Italia - spiega Dirindin - in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei, aveva inizialmente appoggiato la posizione della Cina. In seguito grazie anche ad una nostra interrogazione presentata, il 10 marzo, ai ministri della salute e degli affari esteri e della cooperazione internazionale, la posizione dell'Italia è venuta meno: Il Ministero della Salute ha espresso per iscritto una posizione, meno drastica della precedente, a favore di un approfondimento e un rinvio della questione. Fortunatamente l'attività svolta a livello internazionale da molti governi e da molti esperti ha consentito di evitare che un farmaco così importante fosse soggetto a restrizioni che ne avrebbero ostacolato l'uso".

"Inoltre - aggiunge la senatrice Pd - inserire la Ketamina farmaco anestetico dissociativo di uso umano e veterinario, nella Tabella I della Convenzione Onu di Vienna del 1971, ovvero tra le sostanze che, considerato il loro potenziale, comportano un grave rischio per la salute pubblica, come chiedeva la Cina, ne avrebbe compromesso l'uso per l'attività chirurgica molto diffuso nei Paesi occidentali e nei Paesi in guerra. La Ketamina è, infatti, un farmaco anestetico considerato tra i più maneggevoli e con un ampio profilo di sicurezza rispetto agli altri agenti anestetici, per questo è ampiamente utilizzata per interventi chirurgici, anche in condizioni di emergenza, soprattutto in campo pediatrico, traumatologico e in ambito veterinario. Inoltre la ketamina è uno dei principali anestetici utilizzati nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, come confermato anche dai Rapporti dell’OMS".

"Siamo quindi soddisfatti per la decisione della Cina di ritirare interamente la sua proposta, limitandosi a richiedere la raccolta di nuovi dati sull’argomento. Un ringraziamento particolare va a tutti i professionisti che hanno contribuito a raggiungere questo risultato", conclude Dirindin. 

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