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Giovedì 21 MAGGIO 2015
Rossi: “Nostro obiettivo resta curare tutti i malati toscani. Faremo gare per abbassare i prezzi. Le altre Regioni facciano lo stesso”

Di seguito la dichiarazione del presidente della Toscana Enrico Rossi, a seguito dell’approvazione del Consiglio regionale della delibera per ampliare l’offerta dei farmaci anti epatite C oltre i limiti previsti dalla programmazione nazionale.
 
“Nel giorno in cui alcuni paesi del mondo ricorrono contro le case farmaceutiche che tengono troppo alto il costo del farmaco salvavita che sconfigge l'epatite C è assai singolare che si voglia contestare una Regione che vuole mettere a gara il farmaco per garantire, a prezzi più bassi, l'accesso ad una popolazione più ampia rispetto a quella prevista dal piano nazionale AIFA.
 
Noi ci avvarremo di quel piano, ma vogliamo fare di più, perché eradicare nel più breve tempo possibile la malattia è guadagno di salute e risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. 
Nostro obiettivo è curare tutti i 26000 malati di epatite C toscani nel più breve tempo possibile. A noi risulta che l'AIFA fissa e contratta il prezzo massimo di rimborso a carico del Sistema Sanitario. L'AIFA ha già fatto questo per tutta Italia e per la Toscana, cui spettano 3500 pazienti da trattare entro un anno e mezzo. Malati a cui le nostre strutture somministreranno il farmaco ai prezzi trattati dall'Agenzia Nazionale. 
 
Noi però non ci accontentiamo, perché il ritmo della guarigione sarebbe così troppo lento, comportando costi umani, sanitari ed economici. Vogliamo fare di più e somministrare il farmaco ad una popolazione ben più ampia. Le Regioni hanno tutto il diritto di poter negoziare ulteriori sconti, ottenere un prezzo più basso e garantire così un maggiore accesso a queste cure essenziali.
Cosa deve fare la Sanità pubblica se non garantire farmaci salvavita a chi ne ha bisogno? 
 
Altre aziende in questi giorni stanno ricevendo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di farmaci che hanno la stessa finalità di cura. Il monopolio può quindi essere rotto mettendo in competizione più imprese. Possiamo così ottenere risultati importanti per i pazienti e accelerare il programma di eradicazione. 
 
L'AIFA non ha certo tra le sue funzioni quella di garantire i prezzi e gli assetti di mercato impedendo la possibilità di ulteriori sconti su ulteriori forniture. Pertanto io invito anche le altre Regioni a seguire l'esempio della Toscana. In gioco ci sono valori fondamentali e la salute dei nostri concittadini”. 

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