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Mercoledì 25 MAGGIO 2011
Marino (Pd): “Pazienti vogliono chiarezza sulla terapia Zamboni”

“Ben venga l’avvio di uno studio scientifico su una forma di disabilità grave come la sclerosi multipla con l’utilizzo di un metodo promettente come quello messo a punto dal prof. Zamboni”, ma per il senatore del Pd e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul Ssn, Ignazio Marino, i pazienti hanno bisogno anche di altre informazioni - “dove si effettuerà lo studio e quale affidabilità avranno i risultati?” - ed è dovere del ministero della Salute fornire le risposte.
“La commissione – spiega Marino - nelle scorse settimane ha scritto a tutti gli assessori regionali alla salute per conoscere quale tipo di assistenza venga fornita dal Ssn ai pazienti affetti da sclerosi multipla e, al momento, abbiamo ricevuto le risposte solo da cinque Regioni (Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo) e dalla Provincia di Bolzano. Sappiamo che solo in Friuli, a Trieste, sono stati chiamati i primi pazienti per essere avviati gli studi con l’utilizzo del metodo Zamboni. A fronte di queste notizie, non certo incoraggianti, appare quanto mai urgente che il ministero fornisca con rapidità informazioni trasparenti sui centri che attiveranno lo studio, in modo che i malati possano accedervi facilmente, anche attraverso il sito del ministero, ed avere a disposizione tutti i dettagli clinici e pratici relativi alla ricerca”.
Inoltre, secondo Marino “uno studio osservazionale come quello annunciato dal ministro Fazio può avere una limitata utilità statistica ma l’unico metodo in grado di fornire risposte scientificamente valide sull'efficacia di una potenziale nuova terapia, è uno studio randomizzato in doppio cieco, in cui i pazienti e coloro che valutano i risultati non conoscono che cosa sia stato fatto. Uno studio di questo tipo può dare risposte sui risultati funzionali e terapeutici del metodo Zamboni, ma dovrebbe essere condotto anche con il coinvolgimento delle società scientifiche che si occupano di chirurgia vascolare e di radiologia interventistica. Dopo due anni di attesa – conclude Marino -, per i pazienti che vivono le difficoltà di una malattia devastante come la sclerosi multipla e i disagi della disabilità, non è più tollerabile accontentarsi ancora degli annunci”.
 

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