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Mercoledì 17 NOVEMBRE 2021
Giornata mondiale della prematurità. In Italia tassi di mortalità tra i più bassi del mondo

Ogni anno nascono in Italia 30mila neonati prematuri, ma le infezioni da Sars-Cov-2 fanno impennare il tasso di bambini nati prima della 37ª settimana di gestazione. Per i neonatologi della Sin prioritario sostenere l’apertura h24 delle Tin e il Follow-up. E oggi oltre 200 piazze, monumenti ed ospedali si illuminano di viola per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla nascita pretermine

Ogni anno nascono nel mondo circa 15 milioni di neonati prematuri, cioè prima della 37ª settimana di gestazione, in Italia sono oltre 30mila, il 6,9% delle nascite, tasso che con la pandemia è aumentato all’11,2% nei parti da donne con infezione da Sars-Cov-2 (Registro Covid Sin).
La nascita prematura comporta preoccupazioni ed ansie nei genitori, che si trovano davanti ad un evento di cui, spesso, conoscono poco. Ma l’Italia è tra i Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo di neonati molto prematuri, cioè di peso inferiore a 1500 grammi (11,9% media italiana dal Network InnSin rispetto alla media internazionale del 14,6% del Vermont Oxford Network).
 
A puntare i riflettori sulla prematurità, la Società Italiana di Neonatologia (Sin) in occasione della Giornata Mondiale che si celebra oggi 17 novembre. Una giornata che vedrà, su iniziativa della Sin e Vivere Onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, oltre 200 piazze, monumenti ed ospedali di tutta Italia illuminati di viola per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla nascita pretermine.
Da Nord a Sud, dal palazzo della Regione Lombardia a Milano, al Palazzo del Podestà in Piazza Maggiore a Bologna, dai palazzi Ca' Farsetti e Ca' Loredan a Venezia alla Reggia di Caserta, sono già tantissime le adesioni a conferma della grande attenzione sulla nascita pretermine. Si tratta di un problema grave di sanità pubblica, ricorda una nota della Sin, che può mettere seriamente a rischio la vita dei neonati e che rappresenta una sfida per la neonatologia e per la società, su cui è fondamentale fare informazione e prevenzione.
 
Il tema della campagna di quest’anno è Zero separation, “Agiamo adesso. Non separare i neonati prematuri dai loro genitori”, promossa dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants (Efcni), per continuare a difendere il ruolo prioritario di mamma e papà, ancor di più in periodo Covid.
 
“Le cause della mortalità di questi neonati prematuri non può ricercarsi solo nella rete dei punti nascita – afferma il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (Sin) Luigi Orfeo – sono tanti e diversi i fattori che influiscono sull’esito di una nascita pretermine come l’incidenza della povertà, l’accessibilità alle cure ed alla prevenzione, la mancanza di servizi ed infrastrutture nelle zone disagiate, percorsi di accompagnamento alla gravidanza poco diffusi, ecc. Noi neonatologi facciamo del nostro meglio per migliorare la rete dei punti nascita italiani e ci stiamo impegnando per garantire l’accesso dei genitori senza limitazioni di orari, nelle Terapie Intensive Neonatali (Tin), dove i bambini nati pretermine vengono trasferiti e dove possono restare anche per mesi; per continuare a promuovere l’importanza dell’allattamento al seno e della donazione del latte materno, attraverso le Banche del Latte Umano Donato (Blud e per il riconoscimento dei Servizi di Follow-up neonatale”.

L’impatto della pandemia sull’assistenza in TIN
Tra l’autunno del 2020 ed il primo trimestre del 2021, la Sin, grazie ai suoi due Gruppi di Studio della Care Neonatale e della Qualità delle Cure ed a Vivere Onlus, ha condotto l’Indagine conoscitiva nazionale sulle pratiche di assistenza neonatale durante la pandemia da Covid-19, che ha coinvolto i punti nascita italiani di II livello. Da questa analisi è emerso che, dopo un primo periodo di incertezze dovute alla mancanza di conoscenze sul Covid-19, i centri, che prima dell’impatto della pandemia erano più “aperti” ai genitori, hanno continuato ad esserlo, contemperando le esigenze di sicurezza, con percorsi che garantissero il contatto genitoriale.
 
La Sin ha, infatti, supportato da subito i reparti con Indicazioni precise e tempestive volte a prevenire l’infezione da Covid-19, come ad esempio l’utilizzo di mascherine, la corretta igiene delle mani, il triage con controllo della temperatura, ma sostenendo sempre l’ingresso e la vicinanza dei genitori in TIN.
L’accesso della donna non sospetta per Covid-19 alla Tin o al reparto di Patologia Neonatale è praticamente sempre stato garantito (98,9% dei centri). In particolare, nel 54,4% la durata o la frequenza degli accessi sono rimaste uguali al periodo pre-epidemico, nel restante 44,4% dei casi hanno subito una riduzione. Prima della pandemia, il 71% dei centri garantiva alle madri un accesso libero h24, mentre il 20% consentiva l’accesso per un tempo superiore a 6 ore, mentre il restante 8,9% a orari definiti per un tempo inferiore a 6 ore. La Kangaroo Mother Care, fondamentale per lo sviluppo dei nati pretermine e per l’avvio precoce dell’allattamento materno, è stata praticata o incoraggiata nel 67,8% dei centri, ridotta di durata o frequenza nel 31% dei centri, sospesa solo nell’1,1% dei casi.
 
“Dal contatto pelle-a-pelle, al rooming-in, all’apertura delle Tin 24/24 h, i neonati prematuri hanno bisogno di stare con mamma e papà, per gli innumerevoli benefici che comporta questa vicinanza, di gran lunga superiori ai problemi che possono scaturire dal Coronavirus – aggiunge il Presidente della Sin Orfeo – i genitori non sono semplici visitatori, ma sono parte integrante delle cure e dobbiamo quindi fare tutto il possibile per promuovere il contatto con i loro piccoli, nonostante le limitazioni dovute dalla pandemia”.
 
L’appello per la donazione del latte materno per i neonati prematuri
Il latte materno rappresenta l’alimento ideale per i neonati prematuri e una protezione ineguagliabile contro le infezioni, tra cui quella da Sars-CoV-2, per la naturale trasmissione degli anticorpi dalla madre al neonato durante l’allattamento, a seguito dell’infezione o della vaccinazione. Una grande opportunità per soddisfare le necessità dei neonati pretermine (e/o a termine patologici) è rappresentata dalle Banche del Latte Umano Donato (BLUD), che forniscono questo alimento “salvavita”, quando il latte della mamma è insufficiente o del tutto assente.

Il Covid ha causato una forte riduzione della donazione del latte umano nel nostro Paese, a causa del timore di recarsi presso le strutture per donare, la sospensione del servizio di raccolta a domicilio da parte di alcune Banche e le incertezze sul comportamento da tenersi per la donazione all’inizio della pandemia. Nonostante ciò, l’Italia resta uno dei Paesi più attivi in Europa, con due nuove Blud inaugurate nel 2020, per un totale di 40 Banche dislocate da Nord a Sud.
 
Il Follow-up dei neonati pretermine
L’eccellenza delle cure offerte ai neonati prematuri e/o a rischio nella fase acuta in Tin deve pro-seguire dopo la dimissione, attraverso i servizi e i programmi di Follow-up, mirati alla precoce identificazione delle anomalie di sviluppo e all’attuazione di interventi precoci individualizzati, per migliorare la qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie. La complessità dei neonati dimessi dalle terapie intensive sottolinea sempre più la necessità di servizi multidisciplinari, integrati con il territorio e con i pediatri di famiglia.

Il quadro complessivo del Follow-up neonatale in Italia, emerso dall’Indagine conoscitiva della Sin, appare positivo e consolidato.
I Servizi di Follow-up attivi da più di cinque anni in Italia hanno una diffusione capillare. La maggior parte gestisce grandi volumi di bambini complessi ed è diffusa la valutazione delle aree di rischio storiche, in particolare per quanto riguarda l’area neuromotoria, la crescita e la nutrizione, vista e udito e disturbi respiratori. Il Follow-up è garantito, nella maggior parte dei Servizi, fino a 2-3 anni.
 
Restano però diverse aree di criticità. In primo luogo, la strutturazione di un network stabile tra servizi di Follow-up e con gli altri servizi e professionisti che entrano nel percorso di presa in carico dei bambini, che manifestano conseguenze dalla nascita prematura, è ancora molto iniziale e richiede una decisa implemen¬tazione. In secondo luogo, sono ancora pochi i servizi che riescono a prolungare il Follow-up fino all’in¬gresso del bambino a scuola, come sarebbe invece auspicabile.
 
È stata inoltre evidenziata una rilevante difficoltà nel garantire la presenza continuativa del neuropsichiatra infantile nell’ambito dell’equipe multiprofessionale e una presa in carico tempestiva e di adeguata intensità degli utenti e delle famiglie da parte dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.
Fiduciosa nei grandi passi avanti che a livello istituzionale sono stati fatti nel corso dell’ultimo anno, la Sin continua quindi a sostenere la necessità di un riconoscimento ufficiale, da parte del Ssn, dei Servizi di Follow-up multidisciplinari, per garantire a tutti i neonati prematuri ed alle loro famiglie omogeneità nelle cure e livelli di assistenza sempre più elevati, con risorse strutturali e di personale adeguate.
 
Puntare sugli standard
Il tasso di sopravvivenza dei neonati prematuri è in continuo miglioramento, grazie ai progressi in ambito medico-scientifico, tuttavia, esistono ancora grandi disomogeneità nell’assistenza dei piccoli pretermine. L’organizzazione delle cure, la formazione dei professionisti sanitari e le strutture variano ampiamente, non soltanto in Europa, ma anche tra regioni e tra i vari ospedali di una stessa regione.
 
Cure neonatali eque e di elevata qualità per tutti: è questo l’obiettivo degli European Standards of Care for Newborn Health, un progetto realizzato dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants e alla cui stesura ha collaborato anche la Sin. Realizzati da 220 esperti provenienti da più di 30 paesi, supportati da 108 società e associazioni sanitarie e da 50 organizzazioni di genitori e presentati nel 2018 al Parlamento Europeo a Bruxelles, gli Standard Assistenziali Europei per la Salute del Neonato sono l’unico esempio in ambito medico di raccomandazioni, rigorose dal punto di vista metodologico, sviluppato in maniera corale, che ha visto la collaborazione tra professionisti e stakeholders, e, per la prima volta, i pazienti (genitori), coinvolti in ogni fase. Grazie alla collaborazione tra la Sin e Vivere Onlus e al contributo di  Gina Ancora, consigliere della Sin, l’Italia è stato il primo Paese a tradurre gli Standards nella propria lingua.

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