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Giovedì 18 NOVEMBRE 2021
Il ruolo del management delle Aziende Sanitarie nella vita vera del SSN



Gentile Direttore,
l’uscita del Rapporto OASI della Sda Bocconi School of Management è sempre un evento importante nel calendario della sanità pubblica italiana. Costituisce una occasione annuale di analisi, riflessione e proposta sullo stato delle Aziende Sanitarie da cui chi governa, ma anche chi studia, la sanità ai vari livelli del Servizio Sanitario Nazionale può trarre molti spunti. Anche quest’anno sarà così a giudicare sia dal Rapporto di sintesi pubblicato e commentato ieri su QS  che dal collegato e autorevole intervento di Francesco Longo e Alberto Ricci.
 
Intervento che si conclude con la frase “Oggi esiste uno spazio di opportunità importante per il management delle Aziende Sanitarie, che, crediamo, saprà dare ancora un’ottima prova di sé, non più per gestire un’emergenza, ma per disegnare un futuro positivo e sostenibile”.
 
Come già mi è successo in passatoquesto tono autoreferenziale a proposito della buona, anzi ottima, prova di sé del management delle Aziende Sanitarie nel corso della pandemia enunciato e non dimostrato mi  colpisce negativamente. Non perché il management non lo abbia dato in assoluto, ma perché non lo ha dato sempre e ovunque e quindi è difficile sostenere a priori che lo abbia dato in termini di sistema. Anche solo a limitarsi alla gestione della pandemia sono stato spettatore nella mia Regione di scelte strategiche evidentemente sbagliate (dallo screening di massa con il tampone antigenico alla terapia intensiva in una Fiera) cogestite con le Direzioni Aziendali.
 
Ma pandemia a parte, credo che l’analisi dello scostamento tra qualità possibile e qualità “reale” dei Servizi Sanitari Regionali evidenzi in modo piuttosto chiaro che le performance di sistema sono fortemente inadeguate su tanti temi in cui le Direzioni Aziendali dovrebbero essere protagoniste. Avrebbero dovuto già fare una differenza che non hanno fatto e chi si impegna a studiare e formare il management aziendale dovrebbe aiutare a interpretare questo fenomeno.
 
Perché se non si risponde a questa domanda (perché il management in tante realtà influisce così poco sulle performance di sistema?) diventa difficile sia accettare quella valutazione di “ottima prova” che riconoscere come importante quello spazio di opportunità che oggi si apre col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
 
Senza entrare in dettagli che non sono compatibili con gli spazi di una lettera ricordo alcuni dei tanti insuccessi di sistema in cui il management delle Aziende è oggettivamente coinvolto. L’elenco è mio personale e nasce dalle mie conoscenze più dirette:
• il Piano Nazionale della Cronicità approvato nel 2016 e in molte Regioni ancora al palo;
• il Piano Nazionale delle Demenze per il quale vale la stessa considerazione;
• i ritardi nella costruzione delle reti cliniche comprese quelle tempo-dipendenti;
• i buchi e i ritardi nella realizzazione dei Piani Regionali della Prevenzione;
• le incertezze nella declinazione delle reti ospedaliere ai sensi del DM 70 del 2015;
• i ritardi nella realizzazione delle Case della salute;
• la perdita di slancio delle politiche per la qualità;
• la perdita di ruolo della funzione epidemiologica.
 
Verrebbe da dire delle due l’una: o la politica ha tutte le responsabilità e il management delle Aziende ha fatto quel che ha potuto cercando di limitare i danni della politica (e allora c’è un problema di sistema di un tipo), oppure non è stato del tutto adeguato al ruolo in questo contesto (e allora c’è un problema di sistema di un altro tipo).
 
Appena disponibile cercherò di vedere se nella versione estesa completa del Rapporto OASI queste criticità sono state prese in considerazione. Certo è indispensabile farlo prima possibile perche il PNRR ha bisogno sia di una politica diversa che di un management delle Aziende Sanitarie diverso o quantomeno di un rapporto diverso tra questi due mondi. Oltretutto il PNRR prevede Progetti formativi per lo sviluppo di percorsi di acquisizione di competenze di management per i professionisti del SSN: è attesa la formazione di 2.000 persone entro la metà del 2024 e altre 4.500 persone entro il secondo quadrimestre 2026. Quale migliore occasione per ragionare in modo critico sul ruolo del management in sanità e sui fattori che lo condizionano?
 
Claudio Maria Maffei
 
 

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