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Lunedì 22 NOVEMBRE 2021
Riparte il servizio del dentista solidale nella RSA di Padova

Il progetto nazionale dell’Andi è approvato nella Casa di Riposo della Fondazione Opera Immacolata Concezione (Oic) nel 2016, grazie all’opera di una decina di dentisti volontari. Dopo l’interruzione a causa del Covid, ora il servizio riparte. Berto: “Durante la pandemiacirca il 40% delle persone hanno dovuto rinunciare alle cure dentistiche. L’obiettivo è aprire un ambulatorio pubblico anche per il resto della popolazione”. 

Portare le cure odontoiatriche alle persone meno abbienti è l’obbiettivo del progetto nazionale del “dentista solidale”, che nella regione del Veneto è attivo nella provincia di Padova, all’interno di una Rsa, la Casa di Riposo della Fondazione Opera Immacolata Concezione (Oic).  “Durante la prima parte della pandemia, ovvero per tutto il 2020, fino ad arrivare ed i primi mesi del 2021 - ricorda il vicepresidente CAO di Padova e vice presidente nazionale Andi, Ferruccio Berto - circa il 40% delle persone hanno dovuto rinunciare alle cure dentistiche, a causa dell’emergenza sanitaria che ha causato problemi economici alle famiglie, ma anche a noi direttamente, che per alcuni lunghi mesi, molti dei nostri studi sono stati aperti solo per le urgenze”.  

“Il progetto “dentista solidale” nasce in Veneto nel 2016 all’interno di una fra le più grandi RSA del padovano – continua il vicepresidente CAO – e con l’ambizione di aprire un ulteriore ambulatorio anche per la popolazione. Poi con l’arrivo della pandemia tutto è cambiato fra chiusure e successive aperture a singhiozzo. Il servizio è su base volontaria ed i medici che fino ad ora hanno dato la loro disponibilità sono circa una decina, appartenenti all’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI), sezione di Padova”.

Il servizio ambulatoriale offerto è stato molto apprezzato inizialmente e ancora di più nel periodo pandemico. Poiché i pazienti fragili della struttura per anziani sono molto spesso non deambulanti e aggiungere un qualsiasi studio dentistico diventava un’impresa.

“Il nostro ambulatorio con l’arrivo della pandemia ha dovuto limitare l’apertura alle sole urgenze – ribadisce Berto –. Servizio comunque che per quanto è stato aperto a steps ha oltrepassato le 500 prestazioni, evitando che molti dei pazienti fragili fossero mandati negli ospedali. Ad oggi, ci stiamo preparando di riaprire l’ambulatorio nella Rsa Oic, un giorno alla settimana e se tutto andrà bene ripartiremo anche con il progetto originario: aprire un ambulatorio al pubblico per il resto della popolazione”.  

Endrius Salvalaggio

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