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Lunedì 20 DICEMBRE 2021
Mattarella: “Troppo spazio mediatico ai no vax. Ma stragrande maggioranza degli italiani ha fiducia nella scienza e nella medicina”

Così oggi il Presidente della Repubblica in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze Politiche e della Società Civile. “La prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina. Vi si è affiancata quella nelle istituzioni, con la sostanziale, ordinata adesione a quanto indicato nelle varie fasi dell’emergenza. Le poche eccezioni - alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico - non scalfiscono in alcun modo l’esemplare condotta della quasi totalità degli italiani”. IL DISCORSO INTEGRALE.

“Quello che sta per concludersi è stato un anno di lavoro intenso, come auspicato al termine del 2020. Con priorità chiare: la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese” e “Credo che possiamo trarne un bilancio complessivamente positivo, per aver alzato la protezione dei cittadini di fronte alla minaccia del virus e per aver rimesso in moto la società”, ha esordito così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento odierno in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze Politiche e della Società Civile.
 
Tutto questo, ha detto Mattarella, “È stato il frutto di scelte coraggiose, dei progressi della scienza, di comportamenti coscienziosi, di senso civico diffuso, e la risultante di una convergenza tra le istituzioni e i cittadini”.
 
“La pandemia – prosegue il Capo dello Stato - segna ancora il nostro tempo. Ha provocato dolore, sofferenze, nuove povertà. Ma abbiamo visto risposte solidali, sono emersi talenti e qualità inespresse, si sono accelerati processi innovativi. Siamo stati spinti a correggere, con misure efficaci, l'inerzia delle dinamiche economiche e sociali innescate dalla crisi”.
 
Ma, avverte, “Siamo ancora chiamati alla prudenza e alla responsabilità. Ci siamo dotati, tuttavia, di strumenti adeguati per combattere il virus. Non ci sentiamo più in balìa degli eventi”.
 
Tuttavia, continua, “La normalità che, ad oggi, siamo riusciti a riconquistare - circondata da cautele e da misure di vigilanza sanitaria - è già diversa da quella che conoscevamo. La normalità che perseguiamo non sarà comunque il ritorno al mondo di prima”.
 
“Adesso la sfida è la ripartenza che, per essere efficace, deve vederci capaci di profondi cambiamenti: mutare i nostri stili di vita, dare allo sviluppo una forte qualità ambientale, fare della transizione digitale una leva per migliorare processi produttivi e, al tempo stesso, per migliorare la vita delle persone e delle comunità”, ha aggiunto Mattarella.

“La pandemia – ha proseguito - ha posto in luce questioni che riguardano i modelli sociali, il rapporto con l’ambiente, il rispetto dei diritti delle persone e della convivenza, una più equa distribuzione delle opportunità: si tratta di temi cresciuti nella sensibilità comune anche in ragione dell’impegno per sconfiggere il virus”.
 
“Abbiamo adottato misure rigorose non appena abbiamo avvertito la pericolosità del virus, quando l’Italia era tra i Paesi più colpiti al mondo e desidero, ancora una volta, esprimere grande riconoscenza ai nostri medici, agli infermieri, a tutti gli operatori del sistema della sanità che continuano a prodigarsi con abnegazione per curare i malati, per salvare vite”, ha proseguito il Presidente che ha voluto sottolineate come sia “stata potenziata la sanità pubblica” e che, “alla professionalità di medici e operatori, si è unita la passione civile, il senso di umanità, la solidarietà, la capacità organizzativa che ha visto l’impegno delle donne e degli uomini delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia, della Protezione civile, di tanti volontari in ogni angolo del Paese”.
 
“I vaccini – ha proseguito - sono stati la migliore arma di difesa e gli italiani hanno risposto con maturità. Anche la macchina organizzativa dello Stato e delle Regioni si è mostrata all’altezza. Grazie all’alto numero di vaccinazioni ci troviamo oggi in condizioni migliori di altre aree d’Europa. Dobbiamo continuare senza incertezza su questa strada. Così ci potremo assicurare la più alta protezione possibile”.
 
“La prima difesa dal virus – ha detto ancora Mattarella - è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina. Vi si è affiancata quella nelle istituzioni, con la sostanziale, ordinata adesione a quanto indicato nelle varie fasi dell’emergenza dai responsabili, ai diversi livelli. Le poche eccezioni - alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico - non scalfiscono in alcun modo l’esemplare condotta della quasi totalità degli italiani”.
 
“Credo che si possa riconoscere come in Italia si sia affermata una sostanziale unità. Unità di intenti di fronte alla pandemia. E unità di sforzi per gettare le basi di un nuovo inizio”, ha detto ancora rimarcando che “Il tempo dei costruttori si è realizzato in questa consapevolezza”.
 
“Certo – ha aggiunto - vi sono ancora ritardi e lacune da colmare, ma guardando a quanto fatto possiamo dire che siamo sulla buona strada e che ci sono le condizioni per rendere intenso anche l’impegno futuro”.
 
E infine Mattarella ha voluto rimarcare come la pandemia abbia “reso evidente a tutti cosa significhi interdipendenza”. “Non si potrà più tornare indietro da questa consapevolezza. La lotta al virus o è globale o non esiste”, ha detto e “anche l’obiettivo di un nuovo modello di sviluppo, sostenibile sul piano ambientale e sociale, sarà possibile soltanto con la cooperazione dei Paesi e delle istituzioni internazionali”.

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