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Lunedì 23 LUGLIO 2012
Spending review. Mobilitazione Cgil. Oltre 300 iniziative in tutta Italia: "No ai tagli alla sanità"

Presidi, volantinaggi e manifestazioni promosse oggi dalla Cgil in tutte le Regioni per dire no ai tagli alla sanità. Cecconi: “La forte adesione è segno delle preoccupazioni sul destino del Ssn”. Camusso: “Compromesso il diritto alla salute”.

Sono oltre 300 le iniziative di mobilitazione promosse oggi dalla Cgil presso le sedi di Asl, ambulatori, centri prelievi, ospedali e nelle piazze di tante città d’Italia per dire no ai “pesanti tagli” al finanziamento del Servizio sanitario nazionale previsti dalla spending review.

Si tratta, secondo Stefano Cecconi, responsabile delle Politiche della Salute della Cgil, di una  “prima mobilitazione” che ha ricevuto da parte dei cittadini e gli operatori sanitari “una risposta importante, segno della sofferenza e della forte preoccupazione rispetto al destino del Ssn”. Tanto che, sottolinea Cecconi, “in molte realtà regionali anche la Cisl e la Uil si sono unite oggi alle iniziative di mobilitazione”.

Per la Cgil, il decreto sulla spending review, sommato alle precedenti manovre, mette infatti “a rischio la natura universale del Ssn”. “Siamo arrivati al limite di guardia sotto il quale si mette in discussione il diritto ai livelli essenziali di assistenza”, spiega il responsabile delle Politiche della Salute della Cgil. Precisando che “se in alcune Regioni, come quelle impegnate nei piani di rientro, la situazione è drammatica già da tempo, ora si stanno mettendo a rischio anche i modelli delle Regioni dove la riqualificazione dei servizi e della spesa è già stata fatta”.

Sui tagli alla sanità e la mobilitazione di oggi è intervenuta con un comunicato stampa anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, secondo la quale, con la spending review, “anche nella sanità ci troviamo di fronte a tagli lineari che compromettono il diritto dei cittadini alla tutela della salute e a alle cure, mettendo in crisi i bilanci delle Regioni ‘più virtuose’ e il risanamento di quelle impegnate nei piani di rientro”. La spending review, afferma Camusso, “invece di colpire gli sprechi e di riorganizzare i servizi, riduce il finanziamento necessario ai livelli essenziali di assistenza. Agli 8 miliardi di tagli decisi dal precedente governo se ne aggiungono, infatti, quasi altri 5. Il Governo - conclude Camusso - deve cambiare strada, per fare in modo che il nostro Servizio Sanitario Nazionale, pubblico ed universale, possa continuare a garantire prestazioni appropriate e di qualità”.  
 

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