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Martedì 21 DICEMBRE 2021
Covid. Snami Veneto: “Regione ci chiede di disporre quarantene. Non andremo oltre il nostro ruolo” 

 La Regione ha inviato una nota per sollecitare i direttori aziendali, distrettuali e di dipartimento a rafforzare la lotta al Covid coinvolgendo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta nell’esecuzione di tamponi rapidi, nel contact tracing e, in caso di positività, con la disposizione dei provvedimenti contumaciali. Lo Snami dice no: “Non abbiamo il potere di limitare la libertà personale di un soggetto. E poi, chi dovrebbe fornire i tamponi antigenici?”. LA NOTA

Con l’aumento dei contagi, già a novembre la Regione Veneto aveva inviato una nota ai direttori aziendali, distrettuali e di dipartimento, per sollecitare un rafforzamento della lotta al Covid anche attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nell’esecuzioni dei tamponi al contact tracing fino alle disposizioni di isolamento e quarantena, oltre che nelle attività di comunicazione, condivisione ed informazione. Una ipotesi che però vede contrario lo Snami.

“La Regione Veneto non può delegare ai medici di medicina generale l’adempimento di non far abbandonare il proprio domicilio per ragioni di sicurezza o sanità pubblica”, spiega il presidente regionale Snami Veneto, Salvatore Cauchi. “Si tratta di un incarico che eccede alle competenze e alle responsabilità ascrivibili ai MMG. La disposizione regionale non rientra fra i poteri in materia di attribuzioni. I medici iscritti allo stami non effettueranno le attività di contact tracing né quelle per le disposizioni di isolamento e quarantena”, chiarisce.

“Non si tratta di volere aiutare o meno i dipartimenti di prevenzione, il punto è che i MMG non sono ufficiali sanitari”, argomenta Elisabetta Drusian consigliere e portavoce di Snami Veneto. “Il periodo di quarantena obbligatoria o l’isolamento fiduciario, cioè la limitazione della libertà personale, non è un obbligo che può essere imposto dalla figura del medico di famiglia. Tra l’altro negli accordi nazionali e regionali non c’è traccia di tutto questo. Inoltre non è nemmeno chiaro chi dovrebbe fornire i tamponi antigenici, se la regione o altri enti, o se ce li dobbiamo procurare noi. Infine, la nota è arrivata senza un tavolo tecnico regionale di confronto preliminare”.

Endrius Salvalaggio

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