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Martedì 11 GENNAIO 2022
Servizio psicologico InOltre, 6.500 telefonate da inizio pandemia

Il servizio è nato nel 2012 per offrire aiuto psicologico agli imprenditori veneti colpiti dalla crisi economica del periodo precedente. Negli anni si è fatto strada e con l’arrivo della pandemia da Covid-19, InOltre si è trovato a gestire una nuova emergenza. Tra il 2020 e 2021 arrivate a InOltre 6500 chiamate. Un servizio dove gli psicologi, oltre a rispondere H24 e 7/7 giorni, si spostano fisicamente per andare ad incontrare i cittadini in difficoltà

In circa 10 anni, il servizio InOltre ha prestato assistenza psicologica a 14.070 persone, ne ha seguiti "in percorsi dedicati e presi in carico 903, con un grado di rischio suicidario alto ed è riuscito ad adattarsi ai tempi ed alle diverse emergenze sociali in Veneto, ma soprattutto ha fatto squadra e rete con tutti gli altri servizi socio-sanitari, accompagnando le persone nei luoghi di cura”. A fare il punto sul servizio, nato nel 2012 per offrire aiuto psicologico agli imprenditori veneti colpiti dalla crisi economica del periodo precedente, è Emilia Laugelli, responsabile di InOltre e psicologa dell’Aulss7.

Dal marzo 2020, tutta la comunità veneta che ha avuto difficoltà legate alla pandemia ha sollecitato in modo esponenziale il numero verde, risultando l’anno con il record di chiamate. Anziani sopraffatti dall’ansia, adulti incapaci di riprendere una vita sociale normale dopo l’isolamento, giovani caduti nell’apatia, famiglie in difficoltà emotiva per vivere tutto il giorno nello stesso spazio, piccoli imprenditori e lavoratori precari rimasti senza lavoro e incapaci di vedere un futuro. Ma anche persone che non hanno più i soldi per acquistare il cibo, pazienti psichiatrici impossibilitati a incontrare i loro medici, persone che hanno perso un congiunto e che, nella situazione traumatica che tutti abbiamo vissuto, stavano smarrendo la forza di andare avanti. Storie molto diverse fra loro ma accomunate da un fattore: il bisogno di “un pronto soccorso psicologico”. Sono queste e tante altre le storie di ordinaria fragilità che sono passate dalle linee telefoniche del servizio InOltre fra il 2020 ed il 2021.

“Gli Psicologi che rispondono al telefono di InOltre sono utilizzano uno strumento– illustra Emilia Laugelli - una scala di valutazione del rischio suicidario che va da zero a cinque. Ad ogni cittadino che chiama si è nella condizione di valutare lo stato di difficoltà ed intervenire in modo adeguato.  Più si avvicina al cinque e più siamo a rischio suicidio e quindi si attivano i servizi di emergenza. Nel 2021, ad esempio, abbiamo ricevuto 60 chiamate di livello quattro-cinque, con dichiarazioni suicidare gravi, atti autolesionistici, abuso di farmaci/psicofarmaci.

Nel 2020 al servizio InOltre sono arrivate 3700 telefonate. E’ stato l’anno del lockdown, della grande incertezza, del trauma collettivo di una comunità chiusa, senza relazioni sociali e con la paura di essere contagiati. Rispetto a queste il grado di rischio è stato così distribuito:

- Grado di rischio 0-2: 2881 telefonate. La paura del contagio, la comparsa della sintomatologia e la gestione dell’ansia rispetto ai tempi della quarantena, richieste di colloqui per avere consigli, per dare supporto a congiunti problematici , la modifica degli stili di vita e la costruzione di un piano di azioni per poter affrontare le giornate a fronte dell’emergenza sanitaria;

- Grado di rischio 3: 804 colloqui psicologici per la gestione di una eccessiva quota d’ansia rispetto alle ricadute economiche, lavorative, familiari, sociali, che l’emergenza sanitaria stava generando: le mamme sole con figli, i lavoratori precari, e anche i pazienti già seguiti da altri servizi quali ad esempio i Centri di Salute Mentale, a cui era impossibile accedere.

- Grado di rischio 4-5: ma le 15 chiamate con altissimo grado di rischio suicidario imminente, gli atti autolesionistici già attuate, e abuso di farmaci/psicofarmaci, hanno visto gli operatori del servizio impegnare e collaborare con gli altri servizi di emergenza per mettere in sicurezza i cittadini che hanno chiesto aiuto.

Nel 2021 al servizio InOltre sono arrivate 2800 telefonate. E’ stato il periodo dove la soglia di isolamento si è ridotta, la ripresa delle attività, i ristori economici avevano aperto una breccia di fiducia, e quindi pur diminuendo le sollecitazioni, sono aumentate le fragilità rilevate e  i gradi di rischio alti.

- Gradi di rischio 0-2: 1975 telefonate di informazioni/rassicurazioni rispetto alle vaccinazioni, ai tamponi, alla quarantena, la ripresa dei contagi, e richieste di informazioni rispetto a cosa fare per dare supporto a un proprio caro/amico in difficoltà.

- Grado di rischio 3: 765 colloqui psicologici a persone che si trovavano in casa da soli in isolamento per aver contratto il virus o per essere stati in contatto con un positivo, anziane che si trovavano in situazioni di solitudine e isolamento, persone in crisi acute e già seguite da servizi psichiatrici, minorenni, cittadini che hanno perso o ridotto il lavoro.

Gradi di rischio 4-5: 60 telefonate da cittadini  esposti ad un grave pericolo di vita; lo psicologo al telefono si è avvalso della collaborazione degli altri servizi di emergenza territoriali per accogliere la richiesta di aiuto di cittadini che stavano già attuando un piano suicidario, con atti autolesionistici, abuso di farmaci ecc.

La nuova fascia adolescenziale. Nel corso del 2021 si è affacciata al servizio un’altra nuova fascia adolescenziale che va dai 13 ai 18 anni, chiedendo sostegno e consigli rispetto alle difficoltà a livello interattivo con i genitori, con gli amici, ma soprattutto per abuso di farmaci, atti autolesivi, ideazione suicidaria e isolamento sociale.

“Tutte quelle problematiche che si sono sviluppate laddove esisteva già un disagio - afferma Emilia Laugelli, che la pandemia ha acuito e fatto esplodere. Nella fascia adolescenziale  molti di questi ragazzi e le ragazze si sono rivolti a noi perché non volevano parlarne con i genitori, portando difficoltà a livello interattivo con i compagni o all’interno di relazioni amorose”.
 
Endrius Salvalaggio

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