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Giovedì 27 GENNAIO 2022
Covid. Gimbe: “Nuovi casi e terapie intensive in calo, ma aumentano decessi e ricoveri ordinari. Crollo vaccinazioni 5-11 anni e over 50”

Al 25 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti Covid è del 30,6% in area medica e del 17,6% in area critica. Tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 53,1%; ad eccezione di Basilicata, Molise e Umbria, tutte superano la soglia del 10% in area critica. Crescono i decessi: 2.519 negli ultimi 7 giorni, con una media di 360 al giorno rispetto ai 324 della settimana precedente. Nella settimana 19-25 gennaio si registra un crollo dei nuovi vaccinati: 355.309 rispetto ai 514.324 della settimana precedente. LE TABELLE.

La quarta ondata sembra essere in fase discendente, almeno per quanto riguarda nuovi casi e terapie intensive. Gli altri indicatori restano invece ancora con il segno più anche se in misura minore rispetto alle settimane precedenti.
 
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione GIMBE relativo alla settimana 19-25 gennaio 2022, nella quale si rileva, rispetto alla precedente, una lieve diminuzione di nuovi casi (1.197.970 vs 1.243.789) (figura 1) e un aumento dei decessi (2.519 vs 2.266) (figura 2).
 
In aumento i casi attualmente positivi (2.689.262 vs 2.562.156), le persone in isolamento domiciliare (2.667.534 vs 2.540.993), i ricoveri con sintomi (20.037 vs 19.448), mentre scendono le terapie intensive (1.691 vs 1.715) (figura 3).
 
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
• Decessi: 2.519 (+11,2%), di cui 141 riferiti a periodi precedenti
• Terapia intensiva: -24 (-1,4%)
• Ricoverati con sintomi: +589 (+3%)
• Isolamento domiciliare: +126.541 (+5%)
• Nuovi casi: 1.197.970 (-3,7%)
• Casi attualmente positivi: +127.106 (+5%)
 
Nuovi casi. “Dopo 13 settimane consecutive di aumento – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sul fronte dei nuovi casi si registra una lieve flessione: 1,2 milioni con una riduzione del 3,7% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che scende da 178.332 casi del 19 gennaio a 171.139 il 18 gennaio (-4%) (figura 4).
 
Un’iniziale discesa della curva nazionale condizionata da situazioni regionali molto eterogenee, da trend differenti per le varie fasce di età oltre che da una riduzione del numero di tamponi, sia antigenici che molecolari: in particolare per questi ultimi il tasso di positività è in lieve risalita”.
 
I dati regionali e provinciali sui nuovi casi. Nella settimana 19-25 gennaio in 12 Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dallo 0,7% dell’Umbria al 38,1% delle Marche), in 9 una riduzione (dal -1,4% dell’Abruzzo al -35,8% della Calabria) (tabella 1); i dati delle Regioni Puglia e Veneto risentono di consistenti ricalcoli avvenuti nelle ultime due settimane.
 
In 51 Province l’incidenza supera i 2.000 casi per 100.000 abitanti: Bolzano (3.466), Forlì-Cesena (3.441), Vicenza (3.350), Ravenna (3.287), Rimini (3.281), Verona (3.266), Treviso (3.122), Rovigo (2.930), Padova (2.923), Pordenone (2.918), Trento (2.866), Bologna (2.781), Barletta-Andria-Trani (2.745), Belluno (2.735), Ascoli Piceno (2.707), Reggio nell'Emilia (2.702), Modena (2.698), Pesaro e Urbino (2.698), Genova (2.672), Fermo (2.655), Livorno (2.598), Venezia (2.577), Biella (2.499), Firenze (2.487), Imperia (2.458), Ferrara (2.458), Macerata (2.450), Udine (2.436), Brindisi (2.401), Bari (2.396), Ancona (2.387), Trieste (2.363), Parma (2.360), Pistoia (2.358), Mantova (2.339), Torino (2.322), Gorizia (2.303), Brescia (2.302), Pisa (2.287), Taranto (2.283), Savona (2.273), Foggia (2.225), Aosta (2.222), Piacenza (2.216), La Spezia (2.173), Prato (2.129), Teramo (2.063), Lecce (2.030), Grosseto (2.023), Arezzo (2.012) e Cuneo (2.002) (tabella 2).
 
Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-4,5%), passati da 7.672.378 della settimana 12-18 gennaio a 7.327.579 della settimana 19-25 gennaio, con una diminuzione sia dei tamponi rapidi (-67.898; -1,2%) che di quelli molecolari (-276.901; -13,9%) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari torna a salire (dal 21,3% al 22,9%), mentre rimane stabile (dal 14,4% al 14,3%) quello degli antigenici rapidi (figura 6).
 
“Questi numeri – spiega Cartabellotta – confermano che la circolazione del virus rimane elevata e che, considerata la risalita del tasso di positività dei tamponi molecolari, il calo della curva dei contagi deve essere interpretato con cautela”.
 
Ospedalizzazioni. “Resta alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – dove i posti letto occupati da pazienti COVID in area medica aumentano, seppure più lentamente (+3% rispetto alla settimana precedente), mentre si registra una lieve flessione in terapia intensiva (-1,4% rispetto alla settimana precedente)”.
 
Al 25 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti COVID è del 30,6% in area medica e del 17,6% in area critica. Tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 53,1%; ad eccezione di Basilicata, Molise e Umbria, tutte superano la soglia del 10% in area critica (figura 7).
 
“Prosegue la flessione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 132 ingressi/die rispetto ai 141 della settimana precedente” (figura 8).
 
Decessi. Crescono i decessi: 2.519 negli ultimi 7 giorni (di cui 141 riferiti a periodi precedenti), con una media di 360 al giorno rispetto ai 324 della settimana precedente.
 
Vaccini: forniture. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) risultano consegnate 124.850.124 dosi di cui 4.026.014 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. “Negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – sono state consegnate 2,44 milioni di dosi non pediatriche e 786 mila di vaccino Pfizer pediatrico; rispetto alle scorte, oltre alle 3.260.828 dosi Pfizer e alle 2.623.932 dosi di Pfizer pediatrico, è impossibile conoscere il numero delle dosi residue di Moderna perché la rendicontazione ufficiale non tiene conto che per i richiami effettuati con questo vaccino viene utilizzata solo mezza dose”.
 
Vaccini: somministrazioni. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) l’84,2% della popolazione (n. 49.887.628) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+298.990 rispetto alla settimana precedente) e l’80,1% (n. 47.455.470) ha completato il ciclo vaccinale (+297.596 rispetto alla settimana precedente) (figura 9). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 3.756.387), con una media mobile a 7 giorni di 536.627 somministrazioni/die: diminuiscono del 15,5% le terze dosi (n. 3.088.261) e del 30,9% i nuovi vaccinati (n. 355.309) (figura 10).
 
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 98,6% della fascia over 80 al 29,4% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’83,3%, nella fascia 70-79 l’80,3% e in quella 60-69 anni il 74,6% (figura 11).
 
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 19-25 gennaio si registra un crollo dei nuovi vaccinati: 355.309 rispetto ai 514.324 della settimana precedente (figura 12). Di questi il 43,9% è rappresentato dalla fascia 5-11, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (n. 155.997; -35,6%); nonostante la recente introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 scendono a 96.957 (-25,6% rispetto alla settimana precedente) (figura 13).
 
In particolare per questa fascia anagrafica la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati, dopo aver raggiunto il picco di 19.879 del 15 gennaio, è scesa a quota 13.851 il 25 gennaio; nella fascia 5-11 anni, dopo il picco di 38.624 registrato il 9 gennaio, si è stabilizzata per poi iniziare una discesa fino a quota 22.285 il 25 gennaio, inevitabilmente legata anche al rinvio delle prenotazioni vaccinali degli studenti in isolamento; in lieve, ma progressivo calo sia la fascia 12-19 che quella 20-49 (figura 14).
 
Al 18 gennaio sono ancora 7,8 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,58 milioni della fascia 5-11 anni e 724 mila della fascia 12-19 che influenzano la sicurezza delle scuole, oltre a 2 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave, il vero tallone d’Achille che alimenta i ricoveri in area medica e in terapia intensiva (figura 15).
 
Vaccini: fascia 5-11 anni. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 1.289.947 dosi (figura 16): 1.076.537 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 332.517 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 29,3% con nette differenze regionali (dal 16,4% delle Marche al 47,2% della Puglia) (figura 17).
 
Vaccini: terza dose. Al 26 gennaio (aggiornamento ore 09.04) sono state somministrate 31.138.488 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 441.180 somministrazioni al giorno (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 39.539.599), aggiornata al 21 gennaio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 78,8% con nette differenze regionali: dal 70,8% della Sardegna all’86,7% della Valle D’Aosta (figura 19).
 
Vaccini: quarta dose. Se da un lato la European Medicines Agency (EMA) ha chiarito che, al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche a supporto della somministrazione di una quarta dose di vaccino anti-COVID-19 nella popolazione generale, dall’altro ha suggerito che potrebbe essere presa in considerazione per le persone immunocompromesse che hanno ricevuto la terza dose come “dose aggiuntiva” a 28 giorni dal completamento del ciclo primario.
 
“Nonostante per molti soggetti appartenenti a questa categoria – sottolinea Cartabellotta – siano già passati 4 mesi dalla dose aggiuntiva, né l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) né il Ministero della Salute si sono tuttavia ancora pronunciati in merito”.
 
Vaccini: efficacia. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo.
 
In particolare:
• l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 66,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 34,7% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 66,7% dopo il richiamo;
 
• l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 94,9% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’88,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,5% dopo il richiamo.
 
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 28-75,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 75,2-90,7% per ricoveri ordinari; del 91,1-96,2% per le terapie intensive) e decesso (dell’84,2-93,5%) (figura 20).
 
“Nonostante ci troviamo ancora in uno scenario caratterizzato da un’elevata circolazione del virus e da una forte pressione sugli ospedali con pesanti ricadute sull’assistenza ai pazienti non COVID, le Regioni – conclude Cartabellotta – spingono per semplificare le regole di convivenza con il SARS-CoV-2 mettendo sul tavolo varie proposte da discutere con il Governo. Proposte su cui la Fondazione GIMBE ha condotto un’analisi per valutarne la coerenza con le evidenze scientifiche e la fattibilità pratica (vedi in proposito altro articolo in approfondimento)”.

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