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Giovedì 27 GENNAIO 2022
Riappropriarsi del ragionamento medico clinico scientifico sul Covid



Gentile direttore,
i vaccini rappresentano il successo della ricerca degli ultimi anni. Questa scoperta risale a molti anni fa, quando è stato dimostrato di poter modificare la molecola dell’mRNA senza innescare le vie infiammatorie e quindi di poter superare un importante ostacolo allo sviluppo di un vaccino.
 
Il vaccino a mRNA ha mostrato una chiara efficacia negli studi clinici, dal 94 al 95%; la sua efficacia in contesti del mondo reale è molto, molto chiara.
 
Ha salvato molte vite umane e continua a salvare. Il problema sono le varianti. I vaccini disponibili, infatti, sono efficaci per tutte le varianti, come la Delta, che sta dominando in almeno 163 paesi, mentre per la Omicron, che sembra diffondersi di più, ma in modo meno virulento, non è ancora chiaro il ruolo del vaccino nel contrastarla, la prima esperienza pare che qualche volta omicron buchi il vaccino.
 
Rimane aperto un problema che non è stato affrontato e risolto, quanto sia stato giusto vaccinare i pazienti che sono stati affetti da sars covid 19.
 
A nostro avviso, i dati suggeriscono che le persone che hanno confermato di essere state infettate da SARS-CoV-2 potrebbero non aver bisogno di tante dosi di vaccino e non hanno bisogno di vaccinazione a breve termine. Dato il numero di persone che si sono infettate si potrebbero liberare molti milioni di dosi per la popolazione più vulnerabile in tutto il mondo e accelerando enormemente l’introduzione del vaccino per coloro che ne hanno bisogno. La prudenza doveva essere estesa ai vaccini, si poteva cioè aspettare a vaccinare i pazienti che hanno avuto il covid, facendo la sierologia negli esposti e risparmiando così dosi ed effetti collaterali.
 
Dal punto di vista medico e da immunologo clinico, credo sia fondamentale fare la terza dose, eviterei di farla ad un giovane magari gia’ affetto da covid che ha tanti anticorpi. Tale approccio può essere inutile ed anche dannoso qualche volta. Ritengo pertanto necessario, o come confermato ormai da molti dati della letteratura ed In una recente intervista anche da Robert Redfield, ex direttore del CDC a Washington, sosteneva la stessa teoria, indicando già un valore di 300-.500 la protezione per i pazienti che non hanno malattie e di 1000 nei pazienti polipatologici.
 
Proponiamo pertanto di fare come si stanno organizzando in alcuni paesi, ad esempio Svizzera e Principato di Monaco: per i pazienti che hanno avuto il Covid ed i vaccinati si da l’opportunità ai cittadini di valutare gratuitamente gli anticorpi e se ne hanno a sufficienza, di posticipare la dose di vaccino e di valutare ogni tre mesi per decidere e calibrare meglio la somministrazione. Detto questo, il nostro consiglio è che tutti si vaccinino, ma ragionando su quando farla in base alla storia clinica ed agli anticorpi antispike.
 
Anche in questa quarta ondata osserviamo che i pazienti che hanno avuto il covid non si ammalano, non vengono ricoverati,  a differenza anche a di chi ha fatto due dosi ed anche tre dosi di vaccino.
 
Questo dato epidemiologico estremamente importante conferma quanto sostenuto gia’ da prima delle vaccinazioni, che i pazienti non dovevano essere vaccinati, e verificare la durata dell’immunita’ naturale, che è migliore dell’immunita’ indotta da vaccino . Come riportato ci sono poche segnalazioni di pregressi covid 19,  positivi ad omicron ma che non si sono ammalati.
 
Dunque, oggi questo dato epidemiologico conferma questa ipotesi, dunque è giusto scegliere una strategia basata sugli anticorpi e decidere di vaccinare chi ne ha veramente bisogno.
Non ha alcun senso medico scientifico vaccinare un paziente sano che ha fatto il covid che ha piu di 4000 di titolo anticorpale. La stessa cosa vale per chi ha fatto il covid ed è stato vaccinato con una dose.
 
Riappropriarsi  del ragionamento clinico e medico in questa fase con una epidemia che in Italia ha colpito più di 10.000.000 di persone, potrebbe sia razionalizzare le vaccinazioni, sia favorire la presa in carico e vaccinare anche chi fino adesso è stato scettico sul sottoporsi alla  unica arma che oggi abbiamo di prevenzione della malattia da covid 19 grave. Per convincerli bisogna prenderli in carico , spiegarli e fare la sierologia per evitare che siano stati a contatto ed asintomatici e di fronte all’ evidenza vaccinarli.
 
Questi pazienti che hanno fatto il covid 19 ed hanno tanti anticorpi, e spesso hanno delle resistenze a vaccinarsi, hanno diritto al green pass, non devono fare i tamponi e non possono essere considerati no vax, come risultano con le norme e circolari approvate. Questo per evitare l’assurdità che, pazienti che hanno già sofferto in quanto malati, oggi vengano ulteriormente penalizzati con la limitazione delle  libertà, perche’ non hanno fatto il vaccino.
 
Ironia della sorte dopo che hanno sofferto per la polmonite e qualcuno anche la tragedia della terapia intensiva, adesso si vedono limitare le libertà. Chiedo un ripensamento su questo atteggiamento antiscientifico ed anti umano che sta serpeggiando nella nostra società.
 
Prof. Antonino Mazzone
Direttore UOC Area Medica Ospedale Nuovo Via Papa Giovanni Paolo II – Legnano (Mi)
Vice Presidente FISM

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