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Sabato 29 GENNAIO 2022
Perchè la questione infermieristica è così importante



Gentile Direttore,
non essendo stata presente, come avrei voluto, alla manifestazione di ieri in occasione dello sciopero del Nursind a causa della concomitanza per l’elezione del Presidente della Repubblica ho voluto comunque esprimere con una lettera indirizzata al segretario del sindacato Andrea Bottega la mia vicinanza personale, non formale, e a molte delle loro motivazioni che ho voluto rappresentare anche in Parlamento durante la dichiarazione di voto sull’ultimo decreto Covid.
 
In quella lettera ho sottolineato come siano trascorsi due anni da quando la pandemia ha invaso la vita di tutti noi ma soprattutto quella degli infermieri -  sia quella professionale, sia quella familiare - stravolgendo le relazioni umane, organizzative nei luoghi di lavoro, dei tempi di riposo e di sovraccarico lavorativo oltre allo stress emotivo e psicologico che ancora rimane anche sulle loro spalle.
 
Il tempo attuale vede la discussione del contratto collettivo nazionale 2019-2021 che consentirà tra le tante decisioni, anzi deve, dopo oltre un anno di attesa, la distribuzione dei 335 milioni di euro stanziati con legge di bilancio dello scorso anno per l’indennità di esclusività.
 
Un riconoscimento finanziario, che seppur non soddisfi pienamente, è frutto dell’impegno da parte del ministro Speranza e della forza politica che rappresento, il Partito Democratico, anche per garantire agli altri colleghi del comparto 100 milioni di euro aggiuntivi, per la dedizione senza risparmi in quel periodo durissimo. Costituisce, comunque il ripristino dell’indennità infermieristica presente nei precedenti contratti che valorizzando la specificità della professione potrà essere nelle prossime leggi di bilancio adeguata successivamente “ope legis”, essendo per legge e non per contrattazione istituita
 
Il punto è che “quel periodo” non è mai terminato come dimostra la pressione sulle aziende ospedaliera e le strutture di ricovero sanitarie e socio-sanitarie e l’attività territoriale e la campagna vaccinale. Le pacche sulle spalle servono a poco, le gratificazioni verbali anche, servono risorse.
 
Per realmente valorizzare gli infermieri è innanzitutto garantire un nuovo sistema di incarichi professionali e specialisti e valorizzare di più formazione, competenze, carriere non solo nei ruoli dirigenziali ma anche di chi è in prima linea: la valorizzazione delle competenze specialiste oltre che riconoscere che l’infermiere è una professione complessa ed articolata risponde alla primaria e strategica necessità del SSN di dare risposte puntuali, tempestive ed adeguate ai bisogni di salute vecchi e nuovi.
 
In questo quadro l’infermiere di famiglia e di comunità rappresenta un’innovazione importante, di questa nuova politica di valorizzazione da potenziare e a tal fine il PD al Senato a presentato una proposta di legge condivisa che ci auguriamo possa essere approvata presto, così come la volontà - che deve essere proseguita - di poter vedere le professioni infermieristiche con ruoli fondamentali nella gestione degli ospedali di comunità e case manager nelle case di comunità, del resto è vero come è vero che il PNRR parla molto la lingua degli infermieri e, pertanto, è necessario passare dalle parole ai fatti: la valorizzazione della professione infermieristica diventa cruciale anzi determinante ed indispensabile soprattutto per assicurare il buon investimento delle risorse del PNRR e di un nuovo modello di assistenza territoriale per assicurare una migliore continuità assistenziale e la presa in carico del paziente.
 
L’attività formativa infermieristica deve ritornare ad essere per il SSN un valore aggiunto per le Aziende sanitarie e non un peso ed un costo, anzi l’esatto contrario una ricchezza ed un investimento per l’immediato e per il futuro perciò va integratoe il numero di posti destinati alle docenze nei corsi accademici dove oggi sono solo circa 40 coloro che hanno la possibilità di poter dedicarsi alla docenza universitaria, così come si debba riconoscere pari diritti nella vita degli Atenei, come hanno i docenti dipendenti universitari e non solo doveri alla stragrande maggioranza dei docenti dei corsi di laurea per infermiere dipendenti delle aziende sanitarie, con il contestuale riconoscimento di specifico incarico di funzione retribuito contrattualmente e il PD, in tal senso ha presentato una proposta di legge che il Governo potrebbe far proprio in uno dei tanti provvedimenti d’urgenza.
 
Per concludere io ritengo, ma lo ritiene l’intero PD, che la questione infermieristica debba essere risolta alle sue radici fondanti una volta per tutte e la piattaforma del Nursind, come, del resto quella degli sindacati del comparto sanità, è per molti punti non solo condivisile ma in gran parte è già compresa nel nostro pensiero collettivo e nella nostra visione tattica e strategica e sviluppata in tanti progetti di legge ed emendamenti in sede di conversione dei decreti legge governativi.
 
Qualcuno andato in porto, qualcuno no, ma noi, testardi e risoluti come siamo, continueremo a proporli sino a che otterremo quel risultato da voi e da noi atteso nella duplice valenza di valorizzare i professionisti della salute e mettere in condizione il SSN di rispondere nel miglior modo possibile ai bisogni di salute non solo attraverso una risposta medica giusta e necessaria ma anche e talora soprattutto attraverso una risposta infermieristica che per la sua capacità olistica e di presa in carico globale nel tempo e nelle necessità è quella più incisiva nella cura ma anche nella prevenzione.
 
Noi, sentiamo in modo forte l’impegno politico perché la questione infermieristica trovi il suo giusto ed originale soddisfacimento positivo delle sue attese di risoluzione, anzi sentiamo un impegno morale in quanto la meravigliosa stagione delle riforme che ha vissuto la professione infermieristica è iniziata proprio dal primo Governo Prodi di centrosinistra e quanto iniziato e successivamente rafforzato lo vorremmo perfezionare al meglio e nel più breve tempo possibile.
 
On. Elena Carnevali
Membro della Commissione Affari Sociali della Camera
 

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