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Martedì 22 FEBBRAIO 2022
Paolo Carcoforo è il nuovo presidente della Società italiana di chirurgia geriatrica

Ordinario dell’Università di Ferrara e Direttore dell’Uoc di Chirurgia 2 dell’Aou di Ferrara guiderà la Sicg, come Presidente eletto, nel biennio 2022-2023 e come Presidente nel biennio 2024-2025. Da sempre impegnato nell’attività clinica e di ricerca negli ambiti chirurgico generale e chirurgico oncologico, con risvolti clinici importanti anche nel trattamento dei pazienti anziani o fragili

 


Il professor Paolo Carcoforo, ordinario di Chirurgia Generale dell’Università di Ferrara e Direttore dell’Unità Operativa complessa di Chirurgia 2 dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara è stato eletto Presidente della Società Italiana di Chirurgia Geriatrica (Sicg). Sarà in carica, come Presidente eletto, nel biennio 2022-2023 e come Presidente nel biennio 2024-2025.
 
Carcoforo, Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale, è da sempre impegnato nell’attività clinica e di ricerca negli ambiti chirurgico generale e chirurgico oncologico, con risvolti clinici importanti anche nel trattamento dei pazienti anziani o fragili.
 
“Il costante e progressivo aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento crescente della popolazione (23,9 % ultra 65 enne in Emilia-Romagna e 27,7% nella Provincia di Ferrara) hanno svelato la centralità del chirurgo nella gestione multidisciplinare clinica dei pazienti anziani o fragili, in ambito di patologie benigne e maligne curabili con interventi programmati. E soprattutto nella gestione, spesso complessa, delle patologie chirurgiche da trattare in urgenza – sottolinea una nota della Aou di Ferrara – il ruolo della ricerca clinica e dell’esperienza nell’attività assistenziale è e sarà sempre più importante nel corretto bilanciamento tra le grandi opportunità offerte dal miglioramento diagnostico e terapeutico e dal miglioramento della tecnologia chirurgica (mini-invasività, possibilità di cura e reinserimento socio-familiare, trattamenti conservativi alternativi all’atto chirurgico demolitivo nel paziente fragile) e i rischi correlati al peggioramento della qualità della vita in seguito a trattamenti chirurgici inopportuni anche se necessari”.

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