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Mercoledì 23 FEBBRAIO 2022
Decreto Tariffe. Ass. Coscioni: “Dopo nostra diffida Ministero apre a modifiche su Pma”

Tra le richieste, l’integrazione nei Lea delle indagini preimpianto, nel Nomenclatore tariffario l’inserimento dei rimborsi per i donatori di gameti al pari di tutti i paesi UE e una congrua tariffazione per ogni singola prestazione. “

Dopo la diffida dell’Associazione Luca Coscioni per le "gravi discriminazioni" contenute nel decreto tariffe per le prestazioni di PMA, i dirigenti del Ministero della Salute, per conto del Ministro Roberto Speranza, hanno espresso l’impegno ad intervenire per modificare la parte tariffe e anche all'aggiornamento Lea ad integrare le prestazioni.
 
Tutto ciò durante un incontro con Filomena Gallo ed Elena Paola Rampello, rispettivamente Segretario e membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni. Per il Ministero erano presenti i dirigenti Antonio Gaudioso, Capo della segreteria tecnica del Ministro della Salute, Andrea Urbani, Direttore generale della programmazione sanitaria, e l’ On.le Massimo Paolucci , Capo della Segreteria Particolare del Ministro,
 
“Il Ministero ha esposto la volontà di dialogo con le associazioni e i soggetti interessati nonché la volontà di intervenire con una modifica delle tariffe identificate nella bozza di Decreto tariffe inviato alle regioni, al fine di perfezionare  un tariffario adeguato alla giusta realizzazione delle tecniche PMA, nonché di inserire nell'aggiornamento dei Lea le prestazioni non incluse quali le indagini diagnostiche sull’ embrione”, ha dichiarato Filomena Gallo, avvocato e Segretario Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni al termine dell’incontro.
 
L’Associazione Luca Coscioni insieme ad altre associazioni ( L’Altra Cicogna, SOS infertilità, Cerco un bimbo, La mano di Stella, Un Bambino.it, Amica Cicogna, Liberi di decidere, HERA e VOX Diritti) aveva appreso tramite i media dell’invio alla Conferenza Stato Regioni del Decreto Mef-Salute che aggiorna le tariffe per visite specialistiche e protesi di un documento fortemente discriminatorio nell’accesso alle cure, a partire dalla proposta sulle tariffe per le prestazioni di PMA con previsione di importo di circa 1.360,00 euro, senza peraltro neppure la distinzione tra PMA omologa ed eterologa. Tale mancanza denota apertamente l’assenza totale di previsione di costi diversi per tecniche di fecondazione diverse. In questi mesi però, dal Tavolo Ministeriale istituito su tali tematiche è stato prodotto un nomenclatore adeguato e la tariffa minima congrua per la prestazione di PMA è pari a 2.700,00 euro. Stupisce pertanto, la totale discordanza dalle reali possibili tariffe identificate dagli esperti di detto Tavolo. Filomena Gallo, nel 2020, con le Associazioni di pazienti che necessitano di accedere alla Fecondazione assistita per provare ad avere una gravidanza, scrisse al Ministro della Salute Roberto Speranza per segnalare tutte le inadempienze e le discriminazioni prodotte in materia di fecondazione assistita.
 
“Il decreto conferma – continua Gallo - anche l'esclusione delle indagini diagnostiche preimpianto sull'embrione prima del trasferimento in utero e non prevede rimborsi per i donatori di gameti al pari di quanto previsto nei paesi da cui sono importanti i gameti utilizzati per le tecniche eterologhe. Omissioni che limitano l’applicazione di tecniche lecite in Italia ma non applicate a carico del SSN, ma solo a carico della sanità regionale e in poche regioni con enormi differenze territoriali che limitano l’accesso a queste tecniche per molti pazienti che ne hanno bisogno. Emerge in modo drammatico che per le tariffe individuate per l’erogazione delle singole fasi delle tecniche che risultano nei LEA non c’è previsione di reale e idonea copertura economica, non è garantito per singola voce l’importo di ogni prestazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita”.

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