quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 28 FEBBRAIO 2022
Disuguaglianze di salute, prima e dopo il Covid. La monografia dell’Inmp

Il volume raccoglie rassegne di letteratura, contributi scientifici originali o rielaborazioni delle più recenti pubblicazioni scientifiche in tema di disuguaglianze di salute, con particolare riferimento a quelle che l’epidemia Covid-19 ha accentuato (come le liste di attesa per assistenza sanitaria non in urgenza) o determinato (come l’accesso ai tamponi per la diagnosi di Covid-19), nel contesto della più grave recessione economica dai tempi dei conflitti mondiali. IL VOLUME.

È stata appena pubblicata la monografia “Le disuguaglianze socioeconomiche e territoriali nella salute in Italia: cenni metodologici ed evidenze recenti anche alla luce dell’epidemia Covid-19”, quarto numero della collana Quaderni di Epidemiologia dell’INMP.
 
“La pandemia di Covid-19 ha contribuito ad accentuare le disuguaglianze socioeconomiche e territoriali nella salute in Italia”, dice Alessio Petrelli, Direttore della UOC di Epidemiologia dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà.
 
Il volume raccoglie rassegne di letteratura, contributi scientifici originali o rielaborazioni delle più recenti pubblicazioni scientifiche in tema di disuguaglianze di salute, con particolare riferimento a quelle che l’epidemia Covid-19 ha accentuato (come le liste di attesa per assistenza sanitaria non in urgenza) o determinato (come l’accesso ai tamponi per la diagnosi di Covid-19), nel contesto della più grave recessione economica dai tempi dei conflitti mondiali.
 
La monografia intende documentare e valorizzare i contenuti del corso di formazione ECM “Le disuguaglianze socioeconomiche e territoriali nella salute in Italia: cenni metodologici ed evidenze recenti anche alla luce dell’epidemia Covid-19” organizzato il 14-15 ottobre 2021 dalla UOC di Epidemiologia dell’INMP. Il corso è stato tenuto da epidemiologi di Enti di ricerca nazionali (INMP, ISS, ISTAT, AIFA) e di centri epidemiologici regionali con maggiore esperienza in tema di disuguaglianze di salute (ASSR Emilia-ASL, AUSL Reggio Emilia, ASL Torino 3).
 
Impatto della pandemia nella popolazione immigrata
Tra i principali risultati presentati nella monografia si segnalano quelli emersi dal progetto interregionale promosso e coordinato dall’INMP insieme a Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, che ha valutato l’impatto della pandemia nella popolazione immigrata. I risultati del progetto saranno analiticamente documentati in un numero monografico di Epidemiologia & Prevenzione di prossima pubblicazione.
 
Relativamente al test diagnostico per SARS-CoV2, i risultati del progetto mostrano un maggior ricorso al test e un più elevato tasso di positività tra gli italiani, rispetto agli stranieri, nel 2020. L’ospedalizzazione (sia in reparti Covid, sia in terapia intensiva) ha mostrato tassi grezzi più elevati tra gli italiani (dato che riflette il reale carico di lavoro del sistema sanitario), e tassi standardizzati per età più elevati tra gli stranieri (dato che riflette il rischio di peggior esito di salute). Tali risultati sono consistenti con quelli presentati in uno dei due studi dell’ISS presentati, in cui si osservava anche un ritardo della data mediana di diagnosi di circa due settimane nelle curve epidemiche dei cittadini stranieri, rispetto ai cittadini italiani, soprattutto per chi proveniva da Paesi a basso indice di sviluppo.
 
Differenze territoriali e socioeconomiche
L’altro studio dell’ISS ha evidenziato un aumento dell’incidenza di COVID-19 nei comuni più deprivati durante e dopo il lock-down.
Il contributo dell’ISTAT ha mostrato un aumento delle disuguaglianze di salute avvenuto nelle aree più colpite dalla pandemia (Nord-Ovest) durante le fasi più intense di diffusione del virus, tra marzo ed aprile e tra ottobre e dicembre 2020. In questi periodi infatti, il divario tra i tassi di mortalità tra la popolazione con livello di istruzione alto (più elevati) e basso (meno elevati) è aumentato notevolmente, soprattutto tra le donne.
Impatto sulle cure “non-Covid-19”
 
I risultati del progetto Mimico-19 hanno documentato il forte impatto sul sistema sanitario della pandemia da Covid-19, che ha provocato un rinvio delle prestazioni differibili, scoraggiando la domanda non urgente, oltre a fenomeni di autolimitazione della domanda legati alla paura del contagio, mentre è rimasta invariata la capacità di trattamento tempestivo e appropriato nei percorsi tempo-dipendenti, successivi all’accesso in ospedale.
 
Fattori di rischio e prognostici
I risultati osservati nella coorte di Reggio Emilia confermano come fattori di rischio e prognostici il sesso maschile, l’età, la presenza di patologie pregresse (diabete e obesità), soprattutto per la prognosi; da sottolineare il forte eccesso di incidenza associato alla demenza, probabilmente dovuto alla diffusione dell’epidemia nelle residenze per anziani che si è osservata in tutto il nord Italia.
 
Effetti sulla salute mentale
È stato inoltre documentato un esordio o un peggioramento dei sintomi psicopatologici reattivi (reazioni “traumatiche”, ansioso-depressive, disturbi del sonno e dell’alimentazione). Su tale ambito di salute è stato recentemente avviato un progetto collaborativo interregionale coordinato dall’INMP.
 
Altre differenze socioeconomiche non direttamente legate alla Covid-19
Il volume di Quaderni di Epidemiologia presenta anche un contributo tratto dall’Atlante delle disuguaglianze sociali nell’uso dei farmaci per la cura delle principali malattie croniche dell’AIFA, che mostra come la posizione socioeconomica sia fortemente correlata con il consumo dei farmaci.
Infine, per quanto riguarda le tematiche occupazionali, i risultati disponibili in letteratura hanno indicato che sia i fattori fisici che quelli psicosociali svolgono un ruolo importante nel determinare disuguaglianze sociali nell’occorrenza di disturbi mentali, malattie cardiovascolari e disturbi muscoloscheletrici, tra le patologie maggiormente responsabili di disabilità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA