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Martedì 08 MARZO 2022
Contratto provinciale. I sindacati di comparto chiedo di “rafforzare sin da subito i salari”

L’incontro preliminare, convocato dalla giunta provinciale di Trento ai primi di marzo, con lo scopo di aprire la strada al rinnovo contrattuale 2019-2021, ha avuto un esito positivo fra le maggiori OoSs del comparto. La parola d’ordine è stata quella di ridare potere di acquisto ai salari fermi ormai da anni.

Le OoSs del comparto hanno messo in chiaro le loro posizioni all’incontro del 2 marzo scorso, preliminare all’apertura delle trattative per il nuovo contratto di lavoro. I temi ancora irrisolti sono la precarietà, la necessità di maggiore attrattività per il personale che manca, di assicurare il turn over in vista dei pensionamenti massicci nei prossimi anni, di fermare l’esodo del personale sanitario verso le vicina Bolzano e la liberalizzazione delle quote del part time. Temi, si auspicano le OoSs, che vengano affrontati già dal prossimo incontro con Apran. Ma occorre anche, per i sindacati, garantire quella valorizzazione economica ferma da troppo tempo.

“La risposta sul campo dei nostri professionisti è stata pronta ed efficace, dall’altra parte invece gli stipendi sono rimasti nella pratica e nonostante i proclami istituzionali gli stessi, contratto dopo contratto, con un’inflazione attuale al 5,7%”. Questo è il commento del Coordinatore provinciale Nursing up Trento, Cesare Hoffer, a margine dell’incontro fra i sindacati e l’assessore provinciale con delega allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli.

C’è chi, come Giuseppe Varagone Segretario della UIL FPL Sanità del Trentino, ha chiesto all’Assessore Spinelli di dare subito mandato al presidente Apran per sottoscrivere un accordo per l’erogazione del premio Covid fase due, in maniera tale da dare una risposta immediata, e ancora prima di mettersi attorno ad un tavolo per discutere del rinnovo contrattuale 2019-2021, a quei lavoratori che in questi anni hanno contribuito a fronteggiare l’emergenza pandemica, emergenza  che oggi è solo che diminuita, ma tutt’altro che passata.

Oltre a queste considerazioni, le OoSs concordano e denunciano che in questi anni molti sanitari del comparto hanno dato le loro dimissioni per migrare in realtà economicamente più attrattive come avviene nella nostra vicina Provincia. I temi da affrontare in sede Apran sono perciò molteplici che oltre a quelli appena descritti si aggiungono anche l’indennità infermieristica, quella delle professioni paritarie (Coordinatori, Ostetriche, Ortottisti, Tecnici sanitari di radiologia, riabilitazione e di laboratorio, ecc..), il riconoscimento della nuova allocazione nel profilo socio sanitario degli Oss e assistenti sociali, l’indennità di pronto soccorso per il riconoscimento degli operatori del 118.

“Altro tema caldo da focalizzare è la liberalizzazione delle quote del part time definitivo, sottolineando che la graduatoria è ferma da alcuni anni e che oltre il 70% dei lavoratori della Sanità sono donne”, conclude Giuseppe Varagone. Mentre Hoffer di Nursing up ricorda come nel breve periodo nella Provincia trentina andranno in pensione 1200 dei 4500 infermieri presenti e che “se non si vorrà cadere in ‘buco professionale’”, bisognerà “individuare oggi e non domani a dei meccanismi per aumentare l’attrattività nel nostro territorio nei confronti dei professionisti sanitari di altre regioni”.

L’incontro del 2 marzo scorso è stato per i più apprezzato. “Un incontro fortemente interlocutorio dalla linea chiara”, ha dello il segretario della Cisl Fp, Giuseppe Pallanch, a Il Dolomiti. “Rafforzare fin da subito i salari, destinare le risorse generate dai pensionamenti per riconoscere competenze e impegni dei lavoratori secondo quanto previsto dagli accordi salvaguardando il potere d’acquisto”, questi i passi da compiere per Pallanch.

Endrius Salvalaggio

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