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Martedì 08 MARZO 2022
Ucraina. Gli Ordini dei Medici italiani e spagnoli raccolgono appello per pace dei colleghi russi

Le due Federazioni hanno scritto una lettera condivisa alla DG Salute della Commissione europea: “Chiediamo la tutela e la salvaguardia del diritto di espressione dei colleghi russi che si sono esposti in prima persona”. La lettera delle due Federazioni è stata pubblicata sul Bmj che per primo aveva rilanciato la lettera a Putin dei sanitari russi.

Non è caduto nel vuoto l’appello lanciato da oltre 15 mila medici e operatori sanitari russi per un cessate il fuoco in Ucraina: a raccoglierlo, insieme, il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, e il suo omologo spagnolo, il Presidente del Cgcom, il Consejo General de Colegios Oficiales de Médicos, Tomàs Cobo Castro.
 
Le due Federazioni, che hanno recentemente avviato un’interlocuzione per iniziative congiunte, hanno infatti inviato una lettera alla Direzione Generale della Commissione europea per la Salute e sicurezza alimentare, chiedendo protezione per i colleghi russi che si sono esposti in prima persona firmando l’appello e la salvaguardia del loro diritto d’espressione.
 
Il testo della lettera delle due Federazioni è stato pubblicato sul British Medical Journal che per primo aveva rilanciato la lettera aperta dei sanitari russi apparsa per la prima volta su un giornale online russo.

Questo il testo in italiano:
“La Fnomceo (Federazione nazionale dei Medici chirurghi e Odontoiatri) e la Cgcom (Consejo General de Colegios Oficiales de Medicos) sottoscrivono e sostengono la lettera aperta a Vladimir Putin dei 15 mila medici, infermieri e professionisti sanitari russi, sollecitandolo a cessare le ostilità nei confronti dell’Ucraina. La tutela della vita e della salute psico-fisica, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, sono il fondamento della nostra professione, principi universali che riecheggiano quasi con le stesse parole nei diversi Codici di Deontologia medica nazionali. Il monito dei colleghi russi non può non toccarci profondamente in quanto medici, non può trovarci sordi come Ordini, chiamati dalla legge a garantire quei diritti umani che oggi sono violati. 
 
Noi medici, come affermato dai colleghi russi abbiamo giurato di aiutare ogni persona, non importa la nazionalità, la religione, il credo politico, senza discriminazione alcuna. È questo l’impegno assunto da tutti i medici del mondo, che ci unisce nella tutela della pace e dei diritti. Un dovere che non conosce deroghe, che il medico è chiamato a rispettare quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. Anche quando la pace e i diritti sono messi in discussione, e con più forza se ad essere a rischio è la stessa possibilità di tutelarli facendo sentire liberamente e chiaramente la propria voce. Unendoci all’appello per un’immediata cessazione dell’ostilità, chiediamo al contempo la tutela e la salvaguardia del diritto di espressione dei colleghi russi che si sono esposti in prima persona sottoscrivendo la lettera, affermando e difendendo con forza i principi su cui si basa la nostra professione. 
 
Chiediamo che, sino alla fine del conflitto, siano risparmiati gli ospedali, i luoghi e gli strumenti della cura. Ci rattristano profondamente le notizie che arrivano dall’Ucraina, notizie di ospedali militari, ma anche civili, sotto attacco, colpiti dai bombardamenti e assediati dalle truppe. Sollecitiamo i nostri rappresentanti nazionali ed europei perché perseguano la pace, chiedendo al contempo l’immediata attivazione di corridoi umanitari garantiti per la messa in salvo delle popolazioni colpite, dei più fragili, dei malati, dei minori con le loro madri”.   

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