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Mercoledì 09 MARZO 2022
La scelta delle Regioni benchmark avviene con criteri non propriamente plausibili



Gentile Direttore,
premetto: adoro la mia Regione (le Marche) e ho una grande stima per i professionisti che lavorano nella sua sanità. Detto questo, vedere classificata la Regione Marche al terzo post tra le Regioni benchmark nel Documento del Ministero della Salute pubblicato ieri su QS mi ha davvero sconcertato perché non plausibile e da arretrare di diverse posizioni.
 
Plausibile secondo la Treccani è ciò “che è accettabile dal punto di vista logico, che appare ragionevole e convincente”. Da conoscitore della sanità marchigiana l’espressione non plausibile  è appropriata nel definire la posizione in classifica delle Marche. Cerco di far capire perchè.
 
Uno dei due parametri utilizzati per stilare questa classifica è il punteggio nella griglia LEA 2018, punteggio non solo vecchio, ma ottenuto con un sistema di indicatori così poco attendibile da essere sin troppo tardi (a partire dal 2020) sostituito con quelli del Nuovo Sistema di Garanzia.
A solo titolo di esempio con gli ultimi dati disponibili (2019) mentre con la Griglia LEA le Marche sono al quinto posto con 212 punti, con gli indicatori del Nuovo Sistema di Garanzia  sono al settimo posto nell’Area della Prevenzione (con 89,45 punti), al sesto nell’Area Distrettuale (con 85,28 punti) e all’ottavo in quella Ospedaliera (con 82,79 punti).
 
Come possa far recuperare tante posizioni il calcolo dell’Indicatore per la Qualità e l’Efficienza (IQE) davvero mi sfugge. Non mi sfugge invece che nel calcolo si utilizzano indicatori obsoleti (parere mio) come tutti quelli relativi alla assistenza ospedaliera (tranne la percentuale di interventi per frattura di femore eseguiti entro due giorni). E’ vero che ai dati se li tormenti  abbastanza puoi far dire di tutto, ma riuscire a collocare al terzo posto nel ranking delle Regioni benchmark le Marche deve aver richiesto uno sforzo particolare.
 
A proposito della erogazione dei LEA nelle Marche, facciamo qualche esempio nell’area dei servizi territoriali, cominciando dalla assistenza psichiatrica. Nell’anno preso come riferimento per la individuazione delle Regioni benchmark (2018) il costo pro-capite per l’assistenza psichiatrica è stato nelle Marche tra i più bassi di Italia secondo il Rapporto Salute Mentale dello stesso Ministero.
 
Sempre nello stesso anno, il 2018, secondo il Rapporto Meridiano Sanità 2020 la spesa pro-capite per la prevenzione nelle Marche è stata  tra le più basse d’Italia sia nella dimensione degli interventi rivolti alle persone  che in quella degli interventi negli ambienti di vita e di lavoro. A proposito degli ambienti di lavoro sempre nel 2018 per la prima volta sulle attività ispettive nei luoghi di lavoro le Marche non avevano raggiunto nemmeno il livello minimo di operatività previsto per il corrispondente indicatore nella griglia LEA (sul tema del sottofinanziamento in quegli anni della prevenzione nelle Marche si può leggere qui).
 
Nello stesso periodo (anni 2018-2019) una indagine sui servizi consultoriali dell’Istituto Superiore di Sanitànelle Marche ha fatto emergere moltissime criticità come il numero medio di prestazioni consultoriali erogate al di sotto della media nazionale, con un dato che collocava le Marche fra le 6 Regioni con il valore più basso.
 
Una qualche riflessione sulla bontà del rapporto costi sostenuti/qualità dei servizi erogati nelle varie Regioni non può essere fatto “frullando” dati  e indicatori di cui non si certifica in qualche modo la validità ad esempio incrociando  tutte le informazioni derivanti dai sistemi di monitoraggio istituzionali disponibili (Programma Nazionale Esiti, Monitoraggio delle reti cliniche, Rapporto sulla Salute Mentale, ecc.) e tenendo conto delle informazioni derivanti dai sistemi di monitoraggio indipendenti delle sanità regionali come ad esempio quello dell’ Istituto Sant’Anna di Pisa, dei rapporti del  Creae del Rapporto Meridiana Sanità.
 
La scelta delle Regioni benchmark mi pare delicata perché equivale a dire, se ho capito bene, individuare  alcune Regioni modello perché le altre spendano come loro. Ecco vista dalle Marche non mi pare che questa scelta venga fatta in modo plausibile. Proprio no.
 
Claudio Maria Maffei

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