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Lunedì 14 MARZO 2022
La violenza sul web contro gli operatori della sanità



Gentile Direttore,
il Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Istruzione e il Ministro dell’Università e della Ricerca, ha istituito la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari con cadenza annuale, il 12 marzo. In occasione di tale importante appuntamento vorremmo richiamare l’attenzione generale sulle violenze via social contro gli operatori sanitari, fenomeno già cospicuo, ma ancora poco studiato e combattuto.
 
E’ noto che l'avvento dei social network ha portato allo sviluppo di nuove forme di aggressività, quali il “cyberbulling” da parte dei “keyboard warriors” che scrivono in modo aggressivo, offendendo, screditando e minacciando altre persone con conseguenze a volte disastrose. Questo tipo di violenza viene sempre più perpetuata anche a danno di strutture e operatori sanitari. Utenti dei servizi sanitari dalle sale d’aspetto dei Pronto Soccorso postano lamentele dal tono diffamatorio sulle motivazioni dell’attesa o altri dalle corsie dei reparti postano video o foto su presunte carenze. La potenziale diffusione a un pubblico infinito e la permanenza dei contenuti digitali sono caratteristiche cyber-specifiche che contribuiscono ad amplificare il danno di questo tipo di violenze.
 
Qualche anno fa nel nostro paese un poliziotto si è suicidato perché preso di mira da insulti sui social network.
Recentemente abbiamo condotto una indagine esplorativa, quali-quantitativa, su post di Facebook contenenti parole chiave quali “medico”, “infermiere”, “ospedale”. Lo studio, presentato durante l’ultimo congresso internazionale dell’International Society of Quality in Healthcare, ha evidenziato che i post e i commenti negativi (critiche, offese, minacce) su servizi e operatori sanitari sono molto più frequenti (74% vs 26%) rispetto a quelli positivi (ringraziamenti, gratitudine).
 
Fortunatamente, nel nostro campione “Mi piace” e condivisioni sono da 2 a 6 volte più frequenti per i post e i commenti positivi. Reparti medici e pronto soccorso sono risultati l'obiettivo più frequente di post e commenti negativi, mentre non si osservano differenze significative tra le varie categorie di operatori sanitari.
 
Tutti i post e commenti colpiscono gli operatori di prima linea, solo raramente il management. In pratica, gli operatori finiscono col diventare il bersaglio di reazioni dell’utenza contro i disservizi del sistema, indipendentemente dalla responsabilità. Durante l'emergenza COVID-19 sono aumentati i post a supporto degli operatori sanitari, ma questo trend è durato solo pochi mesi. Poi con la campagna vaccinale il fenomeno ha assunto dimensioni iperboliche, basti ricordare le aggressioni no vax e le minacce di morte contro l’infermiera, prima vaccinata in Italia contro il Covid-19.
 
L’analisi qualitativa dei dati raccolto ha messo in luce una chiara "distanza" tra utenti e operatori sanitari, generata dalla mancanza di informazioni da un lato, e dalle cattive condizioni di lavoro che incidono sulla comunicazione, dall’altro, il tutto complicato da una visione spesso consumistica della sanità pubblica. Rispetto al tradizionale bullismo faccia a faccia, il cyberbullismo può essere ancora più pericoloso in quanto contagioso e diffusivo, supera i confini spaziali, temporali o personali. Online c'è la tendenza degli individui a dire o comportarsi in un modo che sarebbe meno o per nulla utilizzato durante le interazioni faccia a faccia.
 
Internet offre molti vantaggi in termini di informazione, istruzione, giochi e interazioni sociali. Tuttavia, collegare le persone in tempo reale e da qualsiasi luogo ha anche implicazioni negative. Il cyberbullismo è tra queste.
La violenza online contro gli operatori sanitari è un problema reale, anche se ancora sconosciuto, che richiede un'attenzione immediata e concreta.
 
L'aggressività verso gli operatori sanitari sui social network è un problema in forte espansione, complicato da reprimere perché complicato da rilevare, a causa dell'estensione del dominio pubblico (world wide web). Da questo punto di vista, seguire le pagine della comunità locale piuttosto che le pagine degli ospedali può fornire agli amministratori, politici, medici e ricercatori informazioni più trasparenti sulla qualità percepita dell’assistenza. E’ utile che le aziende sanitarie monitorino costantemente i social network per anticipare eventuali censure e proteggere gli operatori sanitari e la propria immagine, poi per analizzare in modo critico post e commenti al fine di imparare dalle esperienze degli utenti e migliorare organizzazione e comportamenti, se necessario.
 
Dall’altra parte, è necessario che la società rifletta sul valore incommensurabile del sistema sanitario nazionale e sul ruolo degli operatori sanitari, quindi consideri l’introduzione di misure legali specifiche contro questo tipo di violenza a danno dei sanitari come per le violenze faccia a faccia, se non addirittura più aspre data l’ampia risonanza che possono avere tali atti sul web.
 
Micaela La Regina
Azienda Sociosanitaria Ligure 5, La Spezia
Vice Presidente Italian Network for Safety in Healthcare

 
Riccardo Tartaglia
Università G. Marconi
Presidente Onorario Italian Network for Safety in Healthcare

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