quotidianosanità.it

stampa | chiudi


05 AGOSTO 2012
Fibroma uterino. Testato al Gemelli lo strumento che permette l’asportazione in ambulatorio

Niente più regime di day hospital, anestesia, né possibilità di complicanze come dolori e mestruazioni abbondanti: il nuovo miniresettoscopio, ideato a Bologna e testato a Roma, permette di compiere l’asportazione in ambulatorio senza ricovero ospedaliero.

Da oggi potrebbe essere possibile rimuovere polipi e fibromi nell’utero in ambulatorio e senza anestesia. La svolta per la cura di queste condizioni patologiche arriva dall’Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma, dove è stato testato un nuovo strumento minivasivo e molto agevole nell’uso, che permetterebbe di risolvere il problema in ambulatorio, evitando complicanze come mestruazioni troppo abbondanti e conseguenti anemie. Lo studio che ne parla è stato pubblicato di recente sulla rivista Obstetric and Gynecology.
 
Si tratta di un “miniresettoscopio”, strumento ideato da Gianpietro Gubbini di Bologna, che per la prima volta è stato testato in un trial clinico randomizzato condotto da Antonio Lanzone, direttore di Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica e coordinato da Maurizio Guido, docente nello stesso Istituto in collaborazione con il dottor Raffaele Ricciardi del Policlinico di Abano Terme. In questo trial il nuovo miniresettoscopio è stato testato su un elevato numero di pazienti per confrontarlo con le tecniche operatorie tradizionali.
I polipi endometriali sono costituiti da una iperplasia (crescita del volume)della mucosa uterina a seguito di una risposta anomala agli stimoli ormonali. Questa patologia può essere riscontrata nell’1-12% delle donne, ed è più frequente in donne tra 40 e 50 anni a causa delle alterazioni ormonali che caratterizzano questa fase della vita. Queste formazioni sono di natura benigna e la frequenza di degenerazione neoplastica è inferiore all’1%. Dal punto di vista sintomatologico possono essere responsabili di alterazioni mestruali (metrorragie, menorragie, spotting ematici), ossia a cicli abbondanti e prolungati o vere e proprie emorragie che possono dare quadri anemici di importante entità. I miomi uterini sono invece dei tumori benigni costituiti da tessuto muscolare dell’utero e legati a fattori ormonali. Si riscontrano solitamente in donne di età superiore ai 35 anni. La sintomatologia può variare a seconda della localizzazione, i fibromi sottomucosi spesso si associano a meno metrorragie.
 
Attualmente, il trattamento di scelta per la patologia intrauterina è l’isteroscopia operativa in anestesia con il ricovero ospedaliero standard o ricovero in regime di day surgery. La chirurgia tradizionale dei polipi e dei miomi intrauterini, prevede infatti l'impiego di un resettoscopio di 10 mm di diametro: lo strumento necessita di dilatare il collo dell'utero per far sì che lo strumento stesso entri in cavità, per far questo è necessaria l'anestesia per la paziente e degli strumenti idonei alla dilatazione del canale cervicale. Questo può provocare dolori al risveglio e nelle prime ore post intervento oltre ad avere possibili complicanze traumatiche che possono arrivare anche a gravi lesioni dell'utero.
Con l'utilizzo del nuovo miniresettoscopio, invece, viste le dimensioni significativamente ridotte (5,3 mm), non è più necessaria la dilatazione del collo dell'utero e quindi di conseguenza l'anestesia e si riducono significativamente le complicanze e il disconfort per la paziente. Tutto questo, visto anche in un'ottica di economia sanitaria, porta a una velocizzazione delle procedure (intervento, dimissione, ecc.) e a un risparmio in termini di spesa (occupazione sala operatoria, costi ridotti dall’assenza di anestesia ecc.) da tenere sicuramente in considerazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA