quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 25 MARZO 2022
Indennità di esclusività negata alla dirigenza sanitaria dell’Agenzia Italiana del Farmaco



Gentile Direttore,
l’approvazione, nell’ambito del DL “Sostegni-ter”, dell’emendamento promosso da COSMED e ASSOMED-SIVEMP rappresenta un risultato storico straordinario, che corona decenni di battaglie. Finalmente, è stato abbattuto un pregiudizio tanto irragionevole quanto miope che rifiutava di vedere la funzione sanitaria svolta da AIFA e Ministero della salute, quale cardine imprescindibile per l’esercizio del Sistema Sanitario Nazionale.
 
Tutto raccontato con grande lucidità nella lettera al direttore di Anna Prete, pubblicata ieri su QS. Nell’analisi, si accenna anche alla mancata applicazione dell’indennità ad AIFA, fatto di gravità inaudita su cui ora si vuole soffermarsi.
 
Infatti, nonostante COSMED e ASSOMED-SIVEMP abbiano portato avanti con perfetta coerenza la proposta di emendamento che riguardava sia Ministero della salute sia AIFA, all’ultimo momento qualcosa è andato storto e quest’ultima è stata espunta dal provvedimento.
 
E così quelli di AIFA rimangono gli unici tra i circa 125.000 dirigenti sanitari del Paese a non vedersi riconosciuta l’indennità di esclusività di rapporto.
 
Come già precisato da Prete, va ribadito che non è solo una questione di soldi: semmai il riconoscimento economico è la conseguenza di quello giuridico che, ora più che mai, investe di responsabilità questi professionisti e richiede loro di svolgere la loro attività con alte professionalità e specializzazione; proprio perché è chiamata a svolgere compiti di importanza cruciale per il buon andamento del sistema, l’AIFA dovrebbe essere attrattiva per i migliori esperti del paese e non creare condizioni che ne favoriscono l’allontanamento.
 
Con l’emergenza COVID la politica e la collettività si sono accorte di quanto sia importante rafforzare il core business dell’Agenzia: dall’approvazione delle sperimentazioni dei medicinali impiegati nel trattamento del COVID-19 e dei vaccini alla loro autorizzazione; dal sistematico monitoraggio del rapporto beneficio/rischio dei farmaci in commercio, alle attività volte a prevenire stati di carenza di medicinali; dall’erogazione dei livelli essenziali di assistenza nel settore del farmaco, fino alla revisione e aggiornamento del prontuario farmaceutico finalizzato al contenimento della spesa farmaceutica.
 
Sotto il profilo delle politiche sanitarie, quindi, la pandemia è stata un’occasione straordinaria per mettere alla prova tutte le varie articolazioni di cui si compone il nostro Sistema Sanitario, compresa l’AIFA, e per correggerne i punti deboli: è stata un’opportunità senza precedenti per restituire al paese un apparato più robusto e più efficiente, non solo per la contingenza in corso ma soprattutto per il futuro.
 
Purtroppo, evidentemente, la lezione non è servita e in AIFA, da tempo, si assiste a continue umiliazioni della dirigenza sanitaria fino all’ultima, incredibile negazione dell’indennità di esclusività che relega il personale interessato in un recinto e di emarginazione e discriminazione rispetto ai corrispondenti profili del SSN e del Ministero della salute.
 
Ma i dirigenti sanitari dell’Agenzia non sono i soli a subire le conseguenze di questa scellerata politica.
 
Ciò che amareggia di più, infatti, è che, per le ragioni sopra esposte, chi ne paga per prima le spese è la collettività, la quale avrebbe diritto, invece, a beneficiare del mantenimento e, anzi del potenziamento delle funzioni tecnico-specialistiche che garantiscono la sicurezza e l’efficacia dei medicinali, l’appropriatezza d’uso e la sostenibilità della spesa farmaceutica nel Paese.
 
E non si può ignorare che la seconda vittima rischia di essere l’AIFA stessa. Il credito e il prestigio dell’Agenzia dipendono da quanto essa riuscirà a difendere e coltivare la propria mission tecnica e specialistica, attraverso la valorizzazione del proprio personale, perché è evidente che se questo non accade, verranno meno le ragioni della stessa sussistenza dell’AIFA.
 
Sabrina Giacomelli
Agenzia Italiana del Farmaco
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA