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Venerdì 01 APRILE 2022
Bilanci Asl. Corte dei conti chiede correttivi per Latina e Roma2

Le istruttorie dei giudici contabili sui bilanci fanno emergere criticità, legate anche alla normativa regionale a supporto degli stessi, a partire dalle modalità di contabilizzazione dei crediti e dei debiti, “di dubbia esigibilità”. Chieste misure correttive entro 60 giorni. Il pronunciamento della Corte dei Conti per la ASL di LATINA e per la ASL ROMA 2

Alla Corte dei conti non tutto torna dei bilanci delle Asl del Lazio. Per questo ha dato il via a delle istruttorie che hanno già portato alla richiesta di correttivi per la Asl di Latine e la Asl Roma 2, da apportare entro 60 giorni. Le contrazioni dei giudici contabili sono legate anche alla normativa regionale a supporto degli stessi, a partire dalle modalità di contabilizzazione dei crediti e dei debiti, “di dubbia esigibilità”.

Per i giudici contabili, ad esempio, come si legge nel pronunciamento per la Asl di Latina, alcuni decreti del commissario ad acta della Regione e la disciplina collegata “introducono regole che contrastano con l’art. 30 del d.lgs. n. 118/2011 e con la disciplina civilistica, sotto il profilo del principio di competenza e della necessaria continuità e uniformità delle regole contabili (art. 28 del d.lgs. n. 118/2011)”. In questo modo “l’Asl è tenuta a determinare il proprio saldo in base alle direttive regionali e non in base al codice civile, ledendo i principi di autonomia di cui agli artt. 3 e 4 del d.lgs. n. 502/1992”. Eccezioni che “non si giustificano neanche alla luce dell’art. 120 della Costituzione e dell’emergenza di un piano di rientro” in quanto “i poteri commissariali non possono derogare al principio di legalità e non hanno forza di legge”.

Per la Corte dei conti, si legge in un altro passaggio, “la Regione non si limita a esercitare le proprie prerogative di autonomia in merito al riparto delle risorse, poiché, attraverso la tecnica del riparto ‘inziale’ e ‘definitivo, non si limita a distribuire il fondo sanitario regionale, secondo il fabbisogno finanziario, ma procede a determinare i risultati economici di fine esercizio e la destinazione degli eventuali utili”.

Modus operandi che oltretutto, per i giudici contabili, “comporta una deresponsabilizzazione del management aziendale, nella prospettiva indicata dal d.lgs. 4 agosto 2016, n. 171, in materia di dirigenza sanitaria che evidenzia l’importanza attribuita alla valutazione delle capacità del direttore generale di conseguire gli obiettivi assegnatigli, anche in termini economici”.

Questioni simili sollevate per la Asl Roma2, dove con il Dca n. 521 del 28 dicembre 2018 si è attuata una procedura “straordinaria” e “volta a un complessivo riaccertamento delle poste debitorie e creditorie anche derivante dall’introduzione della contabilità armonizzata e al percorso di certificazione della Regione”, ma poi “ripetuta negli anni con conseguente riaccertamento straordinario annuale di poste inesigibili o di dubbia esigibilità”. Anomalia che, evidenzia la Corte dei conti, “è stata evidenziata dallo stesso Tavolo tecnico di verifica dell’andamento del piano di rientro, che ha chiesto il riallineamento della contabilità con quella ordinaria, ripristinando la trasparenza del conto economico".

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