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Sabato 02 APRILE 2022
Covid. In 14 giorni quasi un milione di nuovi contagi con una media di quasi 70mila casi al giorno. Ma oggi possiamo convivere con il virus, perché abbiamo i vaccini. Ricordiamocelo

Il rapporto epidemiologico settimanale dell’Iss sull’andamento della pandemia registra una lieve discesa dell’incidenza ma anche una sostanziale stabilità dei nuovi contagi con numeri ancora molto elevati. Poco più di un anno fa, con questi numeri, avremmo chiuso tutto ma oggi possiamo tornare a una vita quasi del tutto normale. E non perché l’ha deciso una legge ma perché ce lo permette il vaccino. IL RAPPORTO DELL’ISS.

Nelle due settimana dal 14 al 27 marzo in Italia si sono registrati 965.613 nuovi casi di Covid con una media giornaliera di 68.972 casi. Basta questo dato, rilevabile dall’ultimo rapporto epidemiologico dell’Iss pubblicato questa mattina, per capire che la pandemia è tutt’altro che conclusa.
 
Ma certamente la situazione è molto diversa da quella ante vaccino. Oggi quasi l’80% degli italiani (per la precisione il 79,4%, dato Ecdc del 31 marzo) è stato vaccinato con ciclo completo e il 74,1% degli over 18 ha fatto il booster e il vaccino fa la differenza, consentendoci di entrare a tutti gli effetti in quella fase di “convivenza con il virus” che da tempo aspettavamo.
 
Ma convivenza con il virus non vuol dire per l’appunto che il virus non ci sia più e che dietro l’angolo non possano riaffacciarsi scenari preoccupanti soprattutto in autunno quando la copertura vaccinale sarà ormai pressoché scemata e quando, a tutt’oggi, non è ancora chiaro quale sarà la politica vaccinale che l’Italia e l’Europa decideranno di adottare.
 
Per questo non vanno presi sottogamba gli appelli che anche ieri la Cabina di regia lanciava nel suo monitoraggio settimanale: “L'elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a mitigare l'impatto soprattutto clinico dell'epidemia”.
 
Eppure la campagna vaccinale ormai da settimane è in una fase di sostanziale stallo con una media giornaliera di somministrazioni (booster compresi) di 42mila dosi, di cui solo 2.300 sono prime dosi.
 
E questo nonostante non ci possa essere dubbio che sia proprio la vaccinazione la nostra salvezza e questo ce lo confermano ancora una volta i dati dell’Iss:
• Il tasso di ospedalizzazione standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12 anni, per i non vaccinati (140 ricoveri per 100.000 ab.) risulta circa tre volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (43 ricoveri per 100.000 ab.) e circa sei volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (22 ricoveri per 100.000 ab.).
 
• Il tasso di ricoveri in terapia intensiva standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12 anni, per i non vaccinati (9 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) risulta circa tre volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (3 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) e circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (1 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.).
 
• Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12 anni, per i non vaccinati (51 decessi per 100.000 ab.) risulta circa cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (10 decessi per 100.000 ab.) e circa quattordici volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (4 decessi per 100.000 ab.).

Insomma questi dati non lasciano spazi a dubbi o interpretazioni fittizie. Poco più di un anno fa, con i numri attuali di nuovi contagi, avremmo gli ospedali pieni e probabilmente avremmo chiuso tutto ma oggi possiamo tornare a una vita quasi del tutto normale. E non perché l’ha deciso una legge ma perché ce lo permette il vaccino.
 
Ricordiamocelo in autunno quando il Covid ribusserà alle nostre porte.
 Cesare Fassari

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