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Giovedì 07 APRILE 2022
Se ritorna la questione medica

La FNOMCeO, con tutti i Sindacati, dovrebbe pubblicamente e formalmente denunciare i compiti impropri cui sono sottoposti i medici e, nello stesso tempo, chiedere una legge ad hoc sulla governance (e sul concetto penale di colpa professionale) cosicché le rappresentanze professionali fossero coinvolte nella elaborazione delle decisioni del servizio sanitario.

Assai spesso si parla della crisi della medicina e del disagio dei medici, due aspetti di uno stesso problema, il ruolo del medico oggi. Il disagio, che sfocia nel burn out, discende in gran parte da quel fenomeno moderno che è stato chiamato “medicina amministrata”.  

Un’impresa costosa e complessa come la sanità esige un’organizzazione assai sofisticata e quindi di essere amministrata con competenza. Il problema non è tanto chi e come amministra, questioni che gli amministrati possono e debbono porsi, quanto i limiti dell’amministrazione: cosa è lecito, ha senso ed è utile chiedere per il miglioramento del servizio?

A memoria di chi scrive questi confini sono sempre stati oggetto di giustissime lamentele dei medici e, nei lontani anni delle mutue, mi sono sentito chiedere il certificato di “capacità di salire sui pali” da parte di un addetto ai piloni della luce, oppure, da parte di un candidato postino, di “capacità alla mansione di portalettere” talché, ricordo ancora, scrissi che il soggetto “aveva mostrato fin dalla più tenera infanzia una naturale propensione alla consegna della posta”, certificato accolto senza obiezione alcuna.

Ebbene questi fasti sono rinnovati dalla recente circolare del Ministero dell’Istruzione con la quale si richiede, al fine della frequenza in DAD dello studente in isolamento per Covid, una “specifica certificazione medica attestante le condizioni di salute e la piena compatibilità delle stesse con la partecipazione alla didattica digitale integrata”.

Ho letto già, anche su QS, le obiezioni dei colleghi, che quindi non ripeto, e la correttissima, razionale e precisa contestazione della FIMMG e della FIMP. Mi interessa notare come questa circolare mostri ancora una volta il disinteresse per il lavoro medico e per il tempo e il denaro di cittadini. Queste prevaricazioni burocratiche sono segno di mancanza di rispetto e di scarsa intelligenza se si pensa di utilizzare i medici per compiti impropri distogliendoli così dalle loro funzioni.

Da molto tempo si agita, almeno tra gli addetti ai lavori, la cosiddetta “questione medica”, alla quale è dedicato anche un prossimo convegno della FNOMCeO. Un problema insieme sociale, scientifico e filosofico che, affrontato top down, rischia di non essere compreso dagli stessi medici frastornati e spesso depressi dai quotidiani gravami.

Forse dovremmo cominciare a reagire bottom up, coinvolgendo i medici in una rivendicazione di sistema: i medici sanno benissimo che durante una pandemia il lavoro aumenta, il problema che pongono è di voler essere utili mediante la loro professione e di non essere adibiti a compiti impropri o a inutili perdite di tempo.

Che accadrebbe se gli Ordini, custodi per legge della qualità della professione, denunciassero le imposizioni più incongrue, come questa certificazione richiesta dal Ministero dell’Istruzione, invitando i medici a non adempiere e spiegando ai cittadini che in tal modo si vuol togliere loro un inutile impiccio e ai colleghi consentire di dedicarsi alle cure e non alle scritture.

Le proclamazioni non servono e i contratti di lavoro sono insufficienti a garantire ai cittadini quel che loro serve, un medico sereno e in grado di dar concretezza alla norma di legge, in teoria splendida, che “la relazione è tempo di cura”.

La FNOMCeO, con tutti i Sindacati, dovrebbe pubblicamente e formalmente denunciare i compiti impropri cui sono sottoposti i medici e, nello stesso tempo, chiedere una legge ad hoc sulla governance (e sul concetto penale di colpa professionale) cosicché le rappresentanze professionali fossero coinvolte nella elaborazione delle decisioni del servizio sanitario.

Al prossimo convegno della FNOMCeO sarà presente il Ministro. Un’occasione per evitare il solito scambio di premi per scampata pandemia e, invece, per porre il Governo di fronte al deciso rifiuto di svolgere compiti inutili proprio perché si richiede di esercitare al meglio la professione nell’interesse dei cittadini.

Antonio Panti

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