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Lunedì 02 MAGGIO 2022
Covid. La storica processione di Sant’Efisio del 1° maggio a Cagliari con medici e professioni  sanitarie

Al Santo in mano è stata messa una mascherina, nella devozione, tra i tanti problemi, di liberarci dal Covid e auspicare alla ‘Rinascita’ di una vita normale. Truzzu: “Siamo ben consapevoli che non tutto è finito, che c’è stata e c’è tutt’ora una grande sofferenza da parte della popolazione, ed è per questo motivo che l’Alter nos è stato individuato nella figura di un amministratore che venisse dal mondo sanitario. Una scelta precisa per ringraziare tutti coloro che in questi due anni ci hanno aiutato ad affrontare la pandemia”.

Le launeddas a Cagliari suonano in segno di festa. Dopo due anni di rigide restrizioni decretate a seguito dell’emergenza sanitaria per la pandemia causata dal Covid-19, ieri, 1° maggio, la Sardegna ha riabbracciato Sant’Efisio (sant'Efis su martiri gloriosu) con la processione religiosa tra le più importanti della Sardegna. Si narra che durante la terribile epidemia della peste nel 1656 che colpì la Sardegna ed in particolare la città di Cagliari, i consiglieri cagliaritani legarono la città al Voto perpetuo di celebrare annualmente Sant'Efisio per ringraziarlo della sua intercessione e salute ritrovata.

Ecco che quest’anno il passaggio di Sant’Efisio durante la processione è stato accompagnato dalle professioni mediche e sanitarie. Al Santo in mano è stata messa una mascherina, nella devozione, tra i tanti problemi della popolazione, di superare il Covid ed auspicare alla ‘Rinascita’ di una vita normale; nonché un pensiero è stato volto anche alla speranza di sentir annunciare la fine della guerra contro l’Ucraina per la quale tanti sono i profughi giunti anche nell’isola.

“Il tema della processione di Sant’Efisio ha coinciso, si può dire – commenta a Quotidiano Sanità Paolo Truzzu, Sindaco della città metropolitana di Cagliari - con il primo giorno di ‘libertà’ visto che la gran parte delle restrizioni sono state allentate, nella speranza che la giornata di ieri rappresenti anche il primo giorno di una nuova, vera, ‘Ripartenza’. Ovviamente siamo ben consapevoli che non tutto è finito, che c’è stata e c’è tutt’ora una grande sofferenza da parte della popolazione, ed è per questo motivo che l’Alter nos (che rappresenta la municipalità cagliaritana nei quattro giorni della festa di Sant'Efisio) è stato individuato nella figura di un amministratore e di una persona che nello stesso tempo venisse dal mondo sanitario”.

“E’ stata una scelta precisa – sottolinea il primo cittadino - anche per ringraziare tutti coloro che in questi due anni ci hanno aiutato ad affrontare questa terribile situazione, la scelta è caduta dunque sul medico Viviana Lantini che oltre ad essere direttrice del Pronto soccorso dell’ospedale Sirai nella provincia Carbonia-Iglesias, è anche l’assessore alle politiche sociali, quindi alle politiche sanitarie che Lei a 360° più di tutti noi, ha toccato e per le quali vive ogni giorno la sofferenza”. 

“Aver visto migliaia di cittadini partecipare con devozione, con ordine, con rispetto ed attenzione è stata per me quasi un momento di liberazione. Un momento di libertà acquisita per tutti e speriamo che questa sia la prima di una lunga serie di avvenimenti e di eventi che possano consentire alla città, alla comunità, di recuperare il tempo perduto e di riprendere a vivere in maniera normale. La socialità è importante per la vita delle comunità, non possiamo pensare che la vita sia quella in cui ognuno sta chiuso in casa o limitato negli spostamenti. La vita delle comunità è innanzitutto una vita sociale, di partecipazione, di incontro, di confronto e a volte anche di ‘scontro’, sapendo che poi si deve arrivare ad una sintesi. Questo per me è fondamentale, ed è stato bello vivere l’emozione e la gioia che una giornata di questo tipo, quella di ieri del 1° maggio 2022, ci ha dato, con inoltre la devozione verso il nostro Santo, perché ricordiamoci che prima di tutto è una sentita processione religiosa acquisita da tutti i cagliaritani e tutti sardi con un alto valore simbolico – conclude Truzzu”. 

Elisabetta Caredda

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