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Venerdì 24 AGOSTO 2012
Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Ecco come potrebbe aiutare il Tai Chi

Ai tanti benefici che sono stati nel tempo attribuiti alla disciplina se ne aggiunge oggi un altro: il Tai Chi sarebbe capace di migliorare i sintomi della grave patologia respiratoria, nonché la qualità della vita dei pazienti. Lo studio pubblicato su European Respiratory Journal.

Da anni si sa che il Tai Chi ha una certa efficacia come terapia per le malattie neurodegenerative come Alzheimer o morbo di Parkinson, per rendere più forti e flessibili le articolazioni in caso di artrosi, per la riabilitazione dall’ictus o come opzione terapeutica contro la depressione. Ma oggi uno studio dell’Università di Sidney dimostra che questa disciplina a metà tra arte marziale e di combattimento e filosofia di vita potrebbe essere utile anche per curare le persone affette da broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). La ricerca che ne dà prova, pubblicata sulla rivista European Respiratory Journal, mostra infatti come il Tai Chi sia utile non solo per migliorare la qualità della vita dei pazienti, ma anche per alleviare i sintomi della patologia.
 
Per dimostrarlo i ricercatori hanno coinvolto 42 persone affette da Bpco: metà di questi dovevano sottoporsi a lezioni di Tai Chi a casa due volte a settimana, mentre l’altra metà seguiva la terapia normale, che non prevede esercizio fisico. I sintomi della patologia venivano controllati sia tramite il test del cammino in sei minuti, un esame standard in caso di gravi patologie polmonari, che con un questionario (Chronic Respiratory Disease Questionnaire) volto a comprendere come la patologia interferisse con la qualità della vita dei pazienti. A confronto coi partecipanti nel gruppo di controllo, i pazienti che praticavano Tai Chi potevano camminare più a lungo nel walking test, e ottenevano punteggi migliori nel questionario. Inoltre, per questi pazienti diminuiva la sensazione di mancanza di respiro.
Un risultato molto buono, secondo gli autori, a maggior ragione perché il numero di persone cui viene diagnosticata la patologia sono in continua crescita. “Dobbiamo offrire più opzioni terapeutiche possibili per questi pazienti, in modo che ognuno possa scegliere quella che più gli o le si addice”, ha commentato Regina Wai Man Leung, autrice dello studio. “I risultati di questo piccolo campione di studio dimostrano che il Tai Chi può entrare a far parte dei programmi di allenamento per i pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva, e potrebbe addirittura rivelarsi una alternativa efficace alle correnti terapie per la riabilitazione polmonare”.

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