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Martedì 10 MAGGIO 2022
Covid. Nelle Rsa ancora niente visite ai pazienti. Cuccu: “Regione verifichi”

In gran parte delle Rsa della Sardegna non sono ancora stati individuati protocolli per consentire la ripresa di interazione tra i pazienti e i familiari. Cuccu: “Gli anziani hanno sofferto già troppo. È ora che questo accesso venga autorizzato in modo uniforme anche nel nostro territorio. Nieddu e a Solinas per verificare su quanto accade nelle strutture private convenzionate”

L’emergenza pandemica di questi due anni ha visto applicare, come è noto, delle rigide restrizioni anche riguardo alle visite dei parenti delle persone ricoverate nelle Residenze sanitarie assistenziali (RSA o similari), che col tempo sono però state allentate con l’applicazione di specifici protocolli. Regolamenti che ad oggi, in Sardegna, nella gran parte di queste strutture non sono ancora stati individuati per consentire la ripresa di interazione tra i pazienti e i familiari.

“Ci arrivano ancora segnalazioni di strutture sanitarie nelle quali sono vietate le visite ai parenti dei pazienti – spiega a Quotidiano Sanità la segretaria della commissione Salute Carla Cuccu (Idea Sardegna). E’ inaccettabile, laddove non ci siano valide motivazioni legate alla pandemia, che si tengano i familiari lontani dalle persone ricoverate, ancor più perché si tratta di persone anziane e particolarmente fragili”. 

“Una problematica che vedo persistere incomprensibilmente nonostante l’abbia più volte sollevata in Consiglio regionale – prosegue la consigliera -, e sulla quale lo stesso Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute Andrea Costa, proprio qualche giorno fa, in risposta ad una interrogazione in Commissione Affari Sociali della Camera che riprendeva nel principio la stessa questione da me posta, ricorda che le visite parentali nelle strutture residenziali sociosanitarie sono state autorizzate e disciplinate con ordinanza del Ministro dell’8 maggio 2021. Rammenta inoltre che il 1° luglio 2021 è stato costituito un Gruppo di lavoro finalizzato al monitoraggio e al supporto alle Regioni nell’attuazione delle misure organizzative previste per l’accesso in sicurezza nelle strutture di lungodegenza, composto da referenti dell’Agenas, della Direzione generale della prevenzione del Ministero e dai rappresentanti di dieci Regioni/Province Autonome, indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle PA”.

“Da quello che apprendo - rileva la Segretaria -, Costa accenna che dalle iniziative intraprese attraverso le diverse fasi di monitoraggio si sono ottenuti dei buoni riscontri sulle modalità di attuazione delle misure organizzative per l’accesso in sicurezza degli ospiti nelle strutture residenziali della rete territoriale che hanno aderito. Considerato che dei report di queste fasi di monitoraggio si parla anche in Conferenza Stato-Regioni, che esiste questo Gruppo di lavoro di cui sicuramente il nostro assessorato alla Sanità è a conoscenza, quali disposizioni, mi chiedo, sono state fornite alle direzioni sanitarie delle Rsa sulle visite dei parenti dei pazienti?”

“Dal 10 marzo inoltre ulteriori norme nazionali consentono l’accesso dei visitatori ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere pubbliche e private – aggiunge Cuccu -, dando ai direttori sanitari la facoltà di adottare misure precauzionali più restrittive in relazione allo specifico contesto epidemiologico, e garantendo un accesso minimo giornaliero non inferiore a quarantacinque minuti. A riguardo, familiari esasperati, dopo due anni di chiusura alle visite ci stanno segnalando, nel cagliaritano, il permanere del divieto di accesso nonostante la situazione pandemica sia sotto controllo”. 

“Faccio pertanto un appello – conclude la Segretaria di commissione Salute - ancora una volta all’assessore Mario Nieddu e al Governatore Christian Solinas per verificare su quanto accade nelle strutture private convenzionate, i nostri anziani hanno già sofferto in modo particolare il forzato isolamento, allora motivato ma oggi non più accettabile”.

Elisabetta Caredda

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