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Mercoledì 11 MAGGIO 2022
Stress. Indagine degli Psicologi: “La guerra ha preso il posto del Covid: 31% italiani stressati. Le donne più degli uomini”

Secondo lo "Stressometro" realizzato questa settimana dall’Istituto Piepoli per il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi nella popolazione italiana si rileva il 31% di individui molto stressati. In particolare, si registra una crescita del 5% tra le persone che si considerano “altamente stressate”, un incremento a scapito proprio della fascia dei "poco" o dei "per nulla" stressati. A prendere il primo posto come fattore di stress è la guerra tra Ucraina e Russia (23% degli italiani).

Si aggrava il quadro del disagio psicologico e dello stress degli italiani. Secondo lo "Stressometro" realizzato questa settimana dall’Istituto Piepoli per il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, nonostante la fase più acuta dell’emergenza Coronavirus sia passata, nella popolazione italiana si rileva il 31% di individui molto stressati. In particolare, si registra una crescita del 5% tra le persone che si considerano “altamente stressate”, un incremento a scapito proprio della fascia dei "poco" o dei "per nulla" stressati.

Si conferma dunque uno scenario di disagio diffuso, ma cambiano le motivazioni: un anno fa il Covid era la principale causa di preoccupazioni e ansie per il 37% degli italiani ma oggi, grazie all'allentamento delle restrizioni e alla diffusione dei vaccini, viene indicato soltanto dal 3% degli intervistati.

A prendere il primo posto come fattore di stress è la guerra tra Ucraina e Russia (23% degli italiani), più della condizione economica (20%) e della salute (14%).

E se il 60% si ritiene stressato “allo stesso modo” rispetto a sei mesi fa, ben il 27% percepisce in aumento il proprio livello di stress, una sensazione che riguarda soprattutto le donne (+32%) contro l’8% degli uomini. Soltanto l’11%, invece, si considera meno stressato. Anche in considerazione di tutto questo, più di un cittadino su quattro usufruirebbe volentieri del bonus psicologico (28%) che però è una misura nota soltanto al 38% degli italiani.

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